Auto in Italia sempre più vecchie, il 16% ha più di 20 anni

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[didascalia fornitore=”Shutterstock”]Foto Shutterstock | di NadyGinzburg[/didascalia]

Il parco auto, in Italia, è superiore ai 39milioni di veicoli – in crescita dell’1,3% rispetto ai 12 mesi precedenti – tanto che le vetture che circolano nel Belpaese continuano ad aumentare dimostrandosi ancora una volta il mezzo preferito degli italiani: è questa la fotografia scattata dal rapporto sulla mobilità degli automobilisti italiani elaborato da Isfort con la collaborazione scientifica di Agens, Anav e Asstra.

L’età media di un’auto in Italia è di 11,3 anni

A preoccupare, però, è soprattutto l’età del parco auto in Italia con una media di 11,3 anni a veicolo, un dato ben più alto rispetto agli altri paesi europei come Germania (9,4), Francia (9,3) e Regno Unito con 8,8 mentre nel 2018 addirittura il 16% delle auto risultava avere oltre 20 anni di servizio. Numeri che non inducono all’ottimismo soprattutto in relazione alla diffusione delle auto, considerate da ben 6 italiani su 10 ancora il mezzo preferito dagli italiani per gli spostamenti, e al tasso di motorizzazione del Belpaese stimato nel 2018 in 64,4 veicoli ogni 100 abitanti facendo balzare l’Italia al secondo posto nella classifica europea solo dietro al Lussemburgo mentre per quanto riguarda la motorizzazione “locale” è Catania la città con auto con ben 71,5 veicoli ogni 100 abitanti mentre Milano, a sorpresa, presenta uno dei più bassi con 50,7.

Buone notizie, invece, arrivano se si prende in considerazione il quadro “ecologico”: i veicoli più inquinanti del parco auto italiano – fino a Euro 3 – nel 2010 rappresentavano il 60,9% del totale mentre nel 2018 il loro peso è sceso al 38,3%. In miglioramento, poi, anche la diffusione complessiva dei mezzi green con ibride ed elettriche che, pur rimanendo ancora una nicchia di mercato, sono cresciute dello 0,7 sull’intero parco circolante. I dati dell’Osservatorio Audimob di Isfort, poi, evidenziano come nel 2018 il tasso di mobilità sostenibile – che prende in considerazione il trasporto a piedi, in bici o con mezzi pubblici – sia ancora sotto il 40% mentre la cosiddetta sharing mobility registra sempre più successo soprattutto al Nord.

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