Divieto di fumare in auto: in vigore la legge contro le sigarette al volante

divieto fumo in auto

Il divieto di fumare in auto è legge dal 12 gennaio 2016 ed entra in vigore il 2 febbraio. Si tratta del decreto legislativo n. 6, pubblicato il 18 gennaio sulla Gazzetta ufficiale; recepisce la direttiva europea 2014/40/UE, dove si dispone un ampio pacchetto di misure che limitano la vendita e l’uso di sigarette e altri prodotti contenenti tabacco.
Per quanto riguarda strettamente il mondo dell’auto, l’articolo 24 di questa legge modifica l’articolo 51 della legge 16 gennaio 2003, numero 3 (quella che istituì il divieto di fumare nei luoghi pubblici chiusi). Da ora in poi sarà vietato fumare negli autoveicoli in presenza di minorenni o donne in stato di gravidanza. Chi trasgredisce questa norma rischia una multa da 50 a 500 euro. Inoltre gettare a terra i mozziconi di sigarette, anche dal finestrino dell’auto, comporta una multa di 300 euro.

La legge comprende numerosi altri provvedimenti che limitano il fumo, ad esempio il divieto di fumare anche all’aperto vicino a scuole, ospedali e università. Provvedimenti restrittivi anche sulla vendita. Chi vende sigarette ai minorenni rischia una multa massima di 3.000 euro e la revoca della licenza per 15 giorni, se è la prima volta. Se è recidivo, la multa sale ad un massimo di 8.000 euro e la revoca della licenza diventa definitiva.
E’ vietato inoltre vendere ai minorenni anche le sigarette elettroniche, se queste contengono nicotina. Inoltre i loro produttori devono notificare al ministero della salute l’elenco di tutti gli ingredienti che contengono e la descrizione del processo di produzione. Nelle ricariche inoltre dovrà essere allegato un foglietto illustrativo che contiene gli ingredienti, come si fa con i farmaci.
L’argomento è serio. Le statistiche comunicano che in Italia i fumatori sono oltre 10 milioni. Soprattutto, l’80% di chi cerca di smettere non ci riesce, perché l’eccesso di nicotina crea una dipendenza analoga a quella delle droghe. I morti per cause collegabili al fumo nel nostro Paese sono tra 70 e 83.000 all’anno, il 25% dei quali hanno un’età compresa fra 35 e 65 anni.
Tutto giusto. Resta tuttavia un piccolo dubbio. Vista la notoria organizzazione dell’apparato pubblico, come ci si propone di far rispettare questi divieti? Con le pattuglie di vigili che non circolano più per strada? L’andazzo dei comuni è tale che l’unica possibilità può arrivare dall’ipotetica invenzione di un autovelox anti-fumo. Allora il business per le casse comunali aumenterebbe e qualche controllo verrebbe fatto. Altrimenti è molto difficile.

Impostazioni privacy