Fiat 124 addio, la spider italiana esce dalla produzione

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[didascalia fornitore=”FCA”]Foto sito media FCA[/didascalia]

La Fiat 124, per molti appassionati di auto, ha rappresentato il coronamento di un sogno, la possibilità di riassaporare, seppur in chiave moderna, l’antico splendore di un modello mitico capace di entrare nella storia non solo della casa italiana, ma dell’automobilismo in generale. Adesso, però, quel sogno è finito visto che la spider del Lingotto esce di scena con lo stop alla produzione.

La Fiat 124 saluta il mondo auto

In un mondo governato dai numeri quelli della Fiat 124 non sono bastati per assicurare un futuro all’auto: dopo tre anni di vita e circa 4mila esemplari venduti – compresi quelli nella versione Abarth – la roadster italiana dice addio nonostante l’interesse suscitato al momento del suo arrivo. Presentata al salone di Los Angeles del 2015 e introdotta in listino a partire dal 2016, il modello a cielo aperto marchiato Fiat ha cercato di interpretare in chiave moderna un grande classico del passato, la Sport Spider del 1966 firmata Pininfarina, ricalcandone le linee stilistiche con i fari circolari, le due gobbe sul cofano o l’accenno di coda di rondine nella parte posteriore. Nata dalla collaborazione con Mazda, la Fiat 124 non è però riuscita a ritagliarsi il proprio spazio finendo per chiudere la sua carriera dopo appena tre anni di servizio.

Occasione per gli appassionati

A pesare sulla scelta, oltre al numero di immatricolazioni non eccezionale ma pur sempre soddisfacente per una vettura destinata a una nicchia di appassionati, è stato anche l’elevato costo per omologare e rinnovare il motore 1.4 Multiair all’Euro 6d-temp; la Fiat 124, infatti, è rimasta l’unica vettura del gruppo a montare questo tipo di propulsore, arrivato ormai a fine vita. Una storia particolare quella della spider italiana, nata grazie all’accordo con la casa giapponese, che doveva essere, almeno nelle intenzioni, una spider marchiata Alfa Romeo; a frenare tutto, però, ci fu la ferma intenzione di Sergio Marchionne di produrre le vetture del Biscione in Italia inducendo così il management del Lingotto a virare su Fiat. L’uscita di scena, se da un lato lascia l’amaro in bocca a tutti gli appassionati del modello, dall’altro offre una possibilità importante di portarsi a casa la vettura a meno di 20mila euro un’auto che fino a poco fa veniva offerta sul mercato a una cifra superiore ai 30mila con un motore che, seppur non aggiornato, non dovrebbe subire limitazioni nel breve periodo consentendo agli appassionati di far sfrecciare sulle strade di tutto il mondo uno dei miti dell’automobilismo italiano.

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