Hyundai Ioniq Plug-In Hybrid: l’ibrido ad alta efficienza con la spina

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Allo stato attuale della tecnologia il mondo delle auto ibride può tranquillamente continuare a strizzare l’occhio al mercato ed anzi incrementare sempre più il bacino d’utenza. Questo soprattutto grazie all’avvento delle auto ibride plug-in, modelli come la Hyundai Ioniq Plug-In Hybrid che permettono di far convergere alcuni dei benefici di un’auto a trazione completamente elettrica con quelli di auto ibrida in senso classico. Vediamo come funzionano.

Estetica, ma anche funzionalità

Anteriore Ioniq Plug in

[didascalia fornitore=”altro”]Anteriore della Hyundai Ioniq Plug-In Hybrid[/didascalia]

Le linee della Hyundai Ioniq Plug-In Hybrid sono la conferma di quanto design e funzionalità debbano trovare un punto d’incontro che possa giovare ad entrambi. Sulle auto full electric ogni minimo particolare, disegno dei cerchioni compreso, viene studiato per permettere di favorire l’aerodinamica e quindi l’efficienza complessiva del veicolo, ma sulle auto ibride vale pressappoco lo stesso discorso. Le forme affusolate di tutto il blocco anteriore della Ioniq plug-in servono per fendere meglio l’aria, così come le prese d’aria poste ai lati del paraurti e lo splitter nella parte bassa cercano di canalizzare meglio i flussi e ridurre così la resistenza aerodinamica, comunemente indicata con Cx. Questo perchè un’auto aerodinamicamente valida è un’auto che è più efficiente, quindi significa anche che consuma meno. E se consuma meno, soprattutto nel caso di ibride come la Ioniq, può percorrere anche più strada grazie solo alla trazione derivante dal motore elettrico, escludendo del tutto quindi il motore termico. Anche il posteriore dell’auto vive questo fenomeno, che quindi ha portato ad un lunotto che scende con leggerezza verso quello che è un accenno di spoiler.

Come funziona un ibrido plug-in

Ricarica Ioniq Plug In

[didascalia fornitore=”altro”]Presa di ricarica Hyundai Ioniq Plug-In Hybrid[/didascalia]

Con le varie tipologia di motorizzazioni ibride presenti sul mercato potrebbe esserci un po’ di confusione, in effetti, ma poniamo la nostra attenzione sulle differenze di funzionamento tra un ibrido di tipo classico ed un ibrido plug-in. Ciò che macroscopicamente li porta su due piani diversi è la possibilità del plug-in di ricaricare le batterie da una fonte energetica esterna, non dovendo sovraccaricare il motore termico che quindi non funge anche da generatore. E poi ci sono le batterie, che su motori ibridi plug-in sono più potenti ed infatti permettono di percorrere più strada in modalità full electric. Il funzionamento in marcia è comunque lo stesso tra le due motorizzazioni: ci sono un motore termico ed uno elettrico, che possono lavorare in modo combinato per avere il massimo di coppia e potenza disponibili, oppure in autonomia. Chiaro che, per i commuter urbani che fanno il tragitto casa-lavoro-casa ed hanno possibilità di un box per ricaricare le batterie dell’auto, una soluzione plug-in potrebbe essere alla pari di una full electric, poichè i circa 50-60 km di autonomia in elettrico che hanno questo genere di modelli permetterebbero di coprire il tragitto giornaliero, per poi rientrare a casa ed attaccare l’auto alla presa di corrente. Quindi il motore termico viene del tutto bypassato.

Come funziona la Hyundai Ioniq Plug-In Hybrid

Hyundai Ioniq Plug In alla spina

[didascalia fornitore=”altro”]Hyundai Ioniq Plug-In Hybrid attaccata alla spina[/didascalia]

La Hyundai Ioniq Plug-In Hybrid sfrutta quindi un motore termico GDI da 1.6 litri ad iniezione diretta, capace di una potenza di 105 cavalli ed una coppia di 147 Nm, al fianco di un motore elettrico da 61 cavalli (contro i 43.5 della versione ibrida classica), che a sua volta si avvale di un blocco batterie al litio da 8.9 kWh (contro le batterie da 1.56 kWh della classica ibrida). In modalità solo elettrica permette di percorrere fino a 63 km, quindi una distanza accettabile per gli spostamenti cittadini, mentre per i lunghi viaggi o qualora la carica della batteria dovesse venire meno c’è il motore a benzina che arriva in soccorso, evitando quindi ansia da autonomia. Al motore viene poi abbinato anche un cambio automatico doppia frizione a sei rapporti settato sempre per una massima efficienza.

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