Legge di Bilancio 2018, guerra totale al mondo dell’auto: le novità per gli automobilisti

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Tasse, tasse e ancora tasse: la legge di Bilancio 2018 varata dal governo di centrosinistra Gentiloni punta a stritolare in modo sempre più asfissiante i cittadini, perché l’apparato pubblico non ne vuole sapere di rinunciare a spendere senza ritegno. E’ così a livello generale e per l’auto è anche peggio, perché c’è l’aggravante del fattore ideologico: l’automobile è un nemico da distruggere, non senza prima averlo dissanguato come nemmeno i più feroci vampiri oserebbero fare. Aumento IVA, colpo di mano sulla prescrizione del bollo auto, tasse per le auto storiche, diminuzione superammortamenti per le imprese: questo è ciò che attende gli automobilisti se questa legge dovesse essere approvata così com’è stata scritta ora.
La manovra finanziaria ha cominciato il proprio percorso parlamentare in Senato, poi toccherà ai deputati. Com’è spesso accaduto in passato, il testo varato dal Consiglio dei ministri è sempre stato pesantemente modificato dalle camere, per mille motivi. Considerando che siamo vicini alle elezioni Politiche, l’assalto alla diligenza potrebbe essere anche più pesante. Cioè, la situazione per gli automobilisti potrebbe anche peggiorare ulteriormente. Vediamo quindi quali sono i provvedimenti che colpirebbero l’auto se non ci fossero modifiche parlamentari.

LEGGE BILANCIO 2018, COSA CAMBIERA’ PER L’AUTO

Nell’ipotesi infausta che la legge di Bilancio 2018 dovesse venire approvata senza modifiche, innanzitutto aumenterà l’IVA: quella ridotta salirà dal 10% all’11,5% nel 2019 e arriverà al 13% nel 2010. Quella piena passerà dal 22% al 24,2% nel 2019 e salirà ancora al 24,9% nel 2020 e al 25% nel 2021. Aumento dell’IVA significa che saliranno i prezzi di tutte le merci e tutti i servizi. Complimenti ai manovratori.
Non basta. Ora arriva il provvedimento più vergognoso di tutti: la prescrizione sul bollo auto salirebbe da 3 a 10 anni. In parole povere, viene più che triplicato il periodo che le regioni hanno a disposizione per riscuotere il pagamento del bollo non versato. Ancora peggio: l’effetto sarebbe addirittura retroattivo. Quindi anche chi ha una cartella esattoriale già emessa e prossima alla prescrizione attuale, dovrebbe pagare tutto, anche la multa e gli interessi. Un bel regalo alle regioni più inefficienti, che sono notoriamente quelle che spendono peggio i soldi, quindi ne vogliono sempre di più.
Chi compra le auto nuove oggi in Italia? Soprattutto le imprese, perché i privati sono messi molto male. Allora sotto col torchio anche qui. Il superammortamento (la percentuale sul prezzo dell’auto che l’impresa può dedurre dalla dichiarazione dei redditi) diminuisce dal 140% al 130. Non basta: sembra che diminuiranno anche le tipologie di veicoli rientranti in questa “agevolazione”, anche se sono strumentali all’attività dell’impresa. Perché gli imprenditori sono tutti sporchi capitalisti borghesi nemici del proletariato, allora vanno puniti. Poi ci si stupisce perché molti fanno immatricolare le auto in Germania. Senza parlare delle imprese che chiudono tutto e portano gli stabilimenti all’estero, dove evidentemente le aziende non sono considerate un nemico di classe.
La ciliegina sulla torta avvelenata: le auto storiche. Renzi aveva ucciso le auto ventennali obbligandole a pagare il bollo. Gentiloni tira un missile anche a quelle ultratrentennali: le fa rientrare negli oggetti da collezione che pagheranno la tassa sulle plusvalenze. Chi vende l’auto storica dovrà pagare una tassa. Perché una vecchia 500 vale come una Ferrari 250 GTO o un dipinto di Picasso. Infine si parla di qualche incentivo alla rottamazione. Chiacchiere, per il momento. Visto l’andazzo, l’incentivo alla rottamazione possibile da questa gente sarebbe aumentare ancora di più il bollo sulle auto più vecchie.

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