Le auto più difettose di sempre: la classifica

 Oggi parliamo delle auto più difettose di sempre. La storia dell’automobile è ricca di modelli che, durante la loro “vita”, si sono distinti più per le magagne e per i difetti piuttosto che per le qualità e la robustezza generale.

Oggigiorno, però, le aspettative che si ripongono in un’auto sono molto elevate: una macchina deve avere tutti gli optional al posto giusto, un’auto deve costare poco ed essere economica nella gestione, sicura, confortevole, efficiente e, in aggiunta a tutto questo, anche affidabile.

Non è facile progettare una vettura, complessa sia meccanicamente che dal punto di vista dell’elettronica, che sia sempre affidabile al 100%. In più c’è la variabilità di processo che aggiunge un ulteriore punto di domanda sulla faccenda.

A questo livello di esigenza si è arrivati solo con gli anni. Prima degli anni ’60 questa sensibilità non era ancora sviluppata e non veniva molto curato l’aspetto dell’efficienza a tutti i costi.

Questo fino a quando Ralph Nader, un giovane avvocato, pubblicò un saggio per denunciare la pericolosità di molte auto americane allora in commercio.

Prima di tutto mise sotto accusa i colossi di Detroit e puntò il dito su una Chevrolet che costava poco, ma che troppo spesso si ribaltava e finiva in testa coda, così nacque la tutela del consumatore.

Da qui in avanti la lista con il susseguirsi di auto difettose che sono state richiamate dalla casa madre per sopperire alle mancanze e a sistemare i difetti è lunga.

10. Renault Laguna

Cominciamo la nostra classifica con un’auto abbastanza recente, venduta in molti esemplari anche in Italia. La Renault Laguna seconda serie è stata un’auto per certi aspetti innovatrice nel suo segmento, già a partire dal design.

Aveva il sistema di avviamento a pulsante con la scheda elettronica, il freno di stazionamento elettrico, diversi sensori e dispositivi elettronici per il comfort e molto altro.

Peccato, però, che tutta quell’elettronica dava davvero tantissimi problemi sugli esemplari dei primi anni di produzione, così come su altre Renault coeve infarcite di tecnologia.

Tutto qui? Magari! Diversi anche i difetti di natura meccanica, tra cui le turbine cagionevoli sulle 1.9 dCi turbodiesel.

9. Tesla Model S

Per tanti la Tesla rappresenta l’auto del futuro, tuttavia al momento si dimostrano auto piene di difetti. Una Tesla Model S costa in Italia dai 70 ai 150 mila euro, ma per questo prezzo non vi portate a casa un’auto “perfetta”.

Sono in molti, infatti, i proprietari che lamentano gravi difetti di assemblaggio o delle finiture. Possiamo citare rumori alle portiere, vibrazioni dei pannelli interni, cigolii della ventola di raffreddamento, allineamenti sbagliati dei profili cromati e delle parti di carrozzeria, disallineamento del volante, ecc.

Ai difetti costruttivi, poi, talvolta si aggiungono anche problemi di natura elettrica o elettronica.

8. Ford Explorer

Ford, purtroppo, nel corso degli anni si è distinta per un richiamo forsennato di milioni di veicoli, come è accaduto nel 2008 quando per un interruttore a rischio di surriscaldamento (scoperto proprio quello stesso anno), ha portato in manutenzione 12 milioni di auto e camion.

Ma questo caso è troppo recente, infatti il Ford Explorer è uno dei tipici fuoristrada della generazione antecedente ai tanto sdoganati SUV di oggi, infatti si trattava di un 4WD dal prezzo non troppo alto, commercializzato solo nel Nord America.

Fu uno dei modelli di punta della casa dall’Ovale Blu fin da quando venne messo sul mercato nel 1990.

L’Explorer era famoso per due motivi: uno di questi sono i molti casi di ribaltamento e inoltre gli pneumatici tendevano a staccarsi senza preavviso (e questa è considerata la vera causa del ritiro dal mercato nel 2001): secondo il Wall Street Journal sono stati circa 200 i morti dovuti alla combinazione Explorer – pneumatici Firestone, che venivano abbinati con questo modello.

7. Ford Pinto

La Pinto è stata una vettura Ford prodotta alla fine degli anni ’70, una di quelle automobili a basso prezzo efficaci per una motorizzazione di massa.

Il problema principale, assolutamente da non sottovalutare, è stato il posizionamento errato del serbatoio del carburante da parte degli ingegneri americani.

Infatti il serbatoio fu messo dietro l’asse posteriore, rendendolo vulnerabile agli urti. In caso di tamponamento, infatti, tendeva a esplodere e i casi di questo genere furono molteplici.

6. Audi 200

Anche le tanto osannate automobili tedesche, nel corso della storia, si sono macchiate di questa poco nobile etichetta di vettura difettosa. Uno dei casi che riguarda il marchio di Ingolstadt è l’Audi 200 (o 5000 per il mercato a stelle e strisce).

Questo modello del marchio a Quattro Anelli non era altro che una versione più raffinata della 100 ed è stata in commercio per tutto il corso degli anni ’80.

Il suo difetto principale, riscontrato in molteplici, casi fu un problema di posizionamento del tappetino, che poteva facilmente andare a schiacciare l’acceleratore, provocando anche il blocco del pedale.

Furono solo 92 mila i veicoli ritirati, anche se le peggiori conseguenze ci furono sulle vendite generali di modelli Audi in Nord America che subirono un crollo incredibile.

5. Volkswagen Maggiolino

Anche l’auto più longeva della storia, una vera icona come il Maggiolino della Volkswagen è entrata nella classifica delle auto più difettose in quanto, nel 1972, molte vetture furono richiamate nelle fabbriche tedesche.

Il motivo di questo richiamo fu il braccio del tergicristallo che si staccava all’improvviso. La casa tedesca fu costretta a risanare circa 3,6 milioni di veicoli già sul mercato.

4. Alfa Romeo Alfasud

L’Alfasud è stata l’Alfa Romeo più venduta della storia con oltre un milione di vetture commercializzate, ma oltre a essere una macchina dalle grandi qualità e dall’eccellente motore, è quasi diventato di dominio popolare associare l’Alfasud alla ruggine (diffusa soprattutto nella prima serie e in queste zone della macchina: i parafanghi anteriori, gli archi interni delle ruote, i montanti intorno al parabrezza e lunotto, formandosi persino sui pannelli centrali).

Ultimamente questo mito è stato in parte sfatato per risollevare quanto meno la memoria di questo glorioso modello, però i difetti non si limitavano di certo alle lamiere.

Esistevano, infatti, dei grossi problemi qualitativi che avrebbero rallentato la diffusione: si tratta di problemi cronici che, anche a causa degli enormi problemi sindacali, non permisero di raggiungere il previsto standard sul prodotto finito.

Le enormi richieste, però, imposero di avviare la vettura ai concessionari anche se non rispettava le previsioni di qualità.

3. Lancia Beta

Un’altra storica vettura italiana che è legata ad una sorte di clamorosi difetti che hanno pregiudicato la fama del marchio stesso è la Lancia Beta.

La qualità non eccelsa dei trattamenti anti corrosivi (con i tristemente famosi “acciai russi” e la bassa qualità di realizzazione delle verniciature) resero la Beta estremamente sensibile agli agenti atmosferici.

La Beta fu oggetto di una vera e propria “crociata” mediatica nel Regno Unito, organizzata dai mass media, tra cui il Daily Mirror, a causa dei problemi di corrosione del pianale, tanto da causare un richiamo a spese di Lancia di migliaia di vetture che furono riconsegnate nuove di zecca, oltre a subire un danno di immagine tale che le vendite crollarono inesorabilmente e la presenza di Lancia in Gran Bretagna, dal 1994 in poi, scomparve del tutto.

2. Chevrolet Camaro

Uno dei primi richiami della storia. Sulle Chevrolet Camaro della seconda metà degli anni Sessanta (e su di una sfilza di altre auto della General Motors) con i generosi motori V8 i supporti motore erano decisamente sottodimensionati.

Questo significa che i supporti si rompevano facilmente, dando modo al motore di muoversi, torcersi e ballare all’interno del vano motore.

Tralasciando le vibrazioni che ne derivavano, il motore – torcendosi – faceva accelerare la vettura anche quando non avresti voluto.

Ma non finisce qui: i vari movimenti del motore potevano anche disattivare l’assistenza alla frenata.

I meccanici, quando ricevevano la vettura per la riparazione, generalmente cambiavano i supporti con lo stesso modello di fabbrica e non con uno più robusto. Dopo poco si era punto e a capo, ma hey, la riparazione costava solo 30 dollari!

1. Gamma Toyota

Anche un paese ligio alla disciplina e all’ordine come il Giappone ha visto un caso particolare di richiamo di auto difettose proprio pochi anni fa, nel 2014.

Infatti 6,39 milioni di Toyota nel mondo, di cui 810 mila in Europa (circa 200 mila in Italia), sono state richiamate dalla casa del Sol Levante per i difetti più disparati.

3,5 milioni di vetture (di cui 130 mila in Europa) sono state rispedite a casa per il cavo a spirale dell’airbag del guidatore che potrebbe danneggiarsi girando il volante, facendo in seguito accendere le spie degli airbag e disattivando il sistema di sicurezza.

In Italia, saranno richiamate per questo difetto alcune RAV4 e alcuni pick-up Hilux. Altre vetture sono state richiamate per i possibili problemi di bloccaggio dei sedili, che potrebbero scivolare sulle guide: si tratta di 2,32 milioni di auto nel mondo (90.000 in Europa, in Italia alcune Yaris e Urban Cruiser).

A queste si devono addizionare 760.000 macchine su cui si è dovuta controllare la barra di rinforzo del pannello strumenti, che sostiene anche il piantone dello sterzo: in caso di ripetute, violente sterzate, il piantone potrebbe risultare ancorato in maniera meno solida e vibrare.

Questo richiamo è stato fatto per 590.000 Yaris nel Continente, un risultato decisamente sconfortante per chi fa dell’affidabilità una garanzia del marchio.

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