Per il gruppo Stellantis sono mesi molto delicati, ed ora c’è una decisione che lascia molto perplessi. Ecco cosa hanno deciso di fare i lavoratori, è ufficiale e la scelta è definitiva.
Quale sarà il futuro del gruppo Stellantis e dei suoi lavoratori in Italia? Al momento, di risposte concrete non se ne possono fornire, considerando che la produzione è in costante calo. Il rischio è che il 2025 possa chiudersi con meno di 400.000 veicoli assemblati nel nostro paese tra auto e mezzi commerciali, stabilendo un record negativo dagli anni Cinquanta. Tuttavia, il CEO Antonio Filosa crede molto nel Piano Italia, che presto verrà ufficialmente presentato.

Il rilancio partirà dalla FIAT 500 Hybrid di nuova generazione che presto sarà prodotta a Mirafiori, andando ad affiancare nelle linee di produzione la versione elettrica, mentre in futuro, la Nuova Pandina troverà spazio a Pomigliano d’Arco, al fianco di altre due citycar su piattaforma STLA Small. Tuttavia, il presente di Stellantis e dei suoi dipendenti è tutt’altro che roseo in Italia, come conferma l’ultima notizia appena arrivata da uno dei siti di produzione più noti. Centinaia di lavoratori hanno infatti accettato l’uscita incentivata, lasciando per sempre l’azienda.
Stellantis, 600 dipendenti lasciano lo stabilimento di Atessa
Il personale di Stellantis continua a diminuire in Italia, come confermato da un’ultim’ora appena comunicata. Ben 600 dipendenti dello stabilimento di Atessa, in provincia di Chieti, hanno lasciato l’azienda, accettando l’incentivo per l’uscita anticipata dai contratti, facendo richiesta di separation. La notizia è stata resa nota da “Il Centro“, ed il numero di potenziali esuberi è ben superiore ai 402 lavoratori che avevano già trovato un accordo tempo fa con il gruppo ed i sindacati.

I lavoratori che sono ormai vicini ala pensione hanno tempo sino al 31 di ottobre prossimo per prendere una decisione, e tante richieste di addio a Stellantis sono arrivate con largo anticipo. 600 persone sono pari al 12% della forza lavoro di Atessa, che oggi ospita 4.800 impiegati. Il piano di separation è iniziato nel mese di aprile del 2024, ed inizialmente riguardava ben pochi lavoratori, e che si è esteso, su spinta dei sindacati, anche agli operai. Amedeo Nannini, il segretario di Fim-Cisl per Abruzzo e Molise, ha così spiegato: “La Separation è per noi una grande opportunità e l’abbiamo voluta anche per gli operai, così da fermare il Far West che si era scatenato all’interno di questo stabilimento ormai da tanto tempo“.