I dipendenti dell’ex Alitalia non riceveranno più la CIGS: niente proroga, in arrivo le lettere di licenziamento.
La proroga della CIGS, ovvero la Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria, rischia di diventare un miraggio per i dipendenti dell’ex Alitalia. Nella giornata di martedì si è discusso proprio di questo nell’incontro che si è tenuto al Ministero del Lavoro, ovvero della scadenza della CIGS prevista per il prossimo 31 ottobre e della temuta procedura di licenziamento collettivo per circa 2.000 lavoratori.
La richiesta dei sindacati era molto chiara, vale a dire la proroga della CIGS per i dipendenti dell’ex Alitalia. La risposta ricevuta è stata però delle peggiori: il Ministero ha fatto sapere che al momento non è possibile procedere con ulteriori ammortizzatori sociali conservativi. Ciò vuol dire che a partire da venerdì 10 ottobre prenderà il via la procedura di licenziamento collettivo, anche se i licenziamenti veri e propri dovrebbero diventare effettivi dal 31 ottobre.
L’alternativa consisterà nell’anno aggiuntivo di Naspi – l’indennità mensile di disoccupazione – che verrà finanziato dal Fondo Straordinario per il Trasporto Aereo (FSTA). Una mossa che comunque non soddisfa le sigle sindacali, che chiedono almeno un anno in più per i dipendenti dell’ex Alitalia.
Presto dovrebbe esserci un nuovo incontro proprio per discutere nuovamente su questo aspetto. Nel frattempo, però, i sindacati si dicono molto preoccupati per la direzione presa. Simone De Ceglie di Uiltrasporti ha detto all’Adnkronos che l’auspicio era la proroga della CIGS almeno per un altro paio di mesi, in modo tale da arrivare a dicembre e attuare le procedure necessarie per avere la Naspi ‘allungata’.
La Filt Cgil chiede di utilizzare fin da subito le risorse esistenti, comprese quelle del fondo straordinario del trasporto aereo, perché si è di fronte a una vera e propria situazione di emergenza. Fabrizio Cuscito, responsabile trasporto aereo Filt Cgil, chiarisce come solo in questo modo sia davvero possibile consentire a chi è nelle condizioni di arrivare ai requisiti pensionistici di andare in pensione, mentre tutti gli altri verrebbero “inclusi nuovamente nel ciclo produttivo delle aziende“.
I sindacati hanno quindi chiesto l’apertura di un tavolo congiunto con i Ministeri del Lavoro e dei Trasporti con l’obiettivo di trovare soluzioni condivise che permettano di garantire un futuro più sereno a questi lavoratori.