In preda a una crisi senza precedenti, John Elkann, è in procinto di cedere le quote di un’azienda che non ha raggiunto gli obiettivi prefissati.
Sembra un paradosso per un uomo che può comprare tutto, ma John Elkann sta vivendo una delle peggiori fasi della storia dell’industria. L’automotive prima viaggiava su binari precisi alle nostre latitudini. Non c’era la concorrenza attuale, spinta dagli obblighi green della Commissione europea, e si potevano fare progetti a lungo termine. Oggi il car market cambia alla velocità della luce. Quello che sembra vero oggi non risulta più convincente domani e persino il grande sforzo per l’elettrico non è garanzia di successo.

John Elkann, per sua fortuna, gode di una posizione forte perché ha interessi svariati in tantissime realtà, non solo legate al mondo delle quattro ruote. Oltre al colosso automobilistico Stellantis, i principali investimenti di Exor, di cui l’erede di Gianni Agnelli è l’amministratore delegato, includono anche la compagnia di capital good CNH Industrial, la Juventus, il brand Ferrari, il settimanale The Economist e il gruppo editoriale GEDI, quest’ultimo proprietario a sua volta dei quotidiani la Repubblica, La Stampa e Il Secolo XIX, di una catena di quotidiani locali e di varie emittenti radiofoniche.
L’obiettivo di Exor è fare investimenti con orizzonte di lungo termine in società internazionali, prevalentemente in Europa e negli Stati Uniti. Uno di questi investimenti non è andato come nelle attese e John Elkann ha deciso di prendere una decisione netta.
Cessione della quota in Lifenet
La holding della famiglia Agnelli-Elkann si appresta a uscire fuori dal settore sanitario: Exor potrebbe vendere la partecipazione in Lifenet Healthcare al fondo britannico CVC Capital. Lifenet è comunque cresciuta fino ad ottenere fatturati di circa 400 milioni di euro su base annua. In base agli studi degli speciliasti di Equita, l’impatto dell’operazione sarebbero limitato.

“In caso di cessione l’impatto è comunque minimo – emerge nell’analisi di Equita – dato che il fair value di Lifenet a dicembre era di 80mn (<1% del NAV), ma rappresenta una semplificazione del portafoglio, razionalizzando le posizioni di minor dimensione. Lo sconto sul NAV di circa 168PS resta elevato (49%) anche se da oltre due mesi è sceso sotto il 50%. Ferrari rappresenta il 46%, Phlips il 12% e Stellantis il 10% del NAV”. La famiglia Elkann-Agnelli, vorrebbe semplificare il portafoglio, eliminando investimenti di dimensioni ridotte che non fanno una grossa differenza nella crescita degli affari della holding.