Il magnate canadese, Lawrence Stroll, a capo della cordata che ha rilevato il brand Aston Martin deve fare i conti con una crisi inaspettata.
Il marchio di Gaydon si è lanciato in una nuova era con l’arrivo dell’imprenditore Lawrence Stroll. Tutto ha avuto origine dal coinvolgimento del figlio Lance nel Motorsport. Dopo aver frequentato la Ferrari Driver Academy, Lance ha fatto esperienza nella Formula 3 Europea prima di debuttare in F1 con la Williams. Considerate le difficoltà economiche del team inglese, una borsa piena di soldi e sponsor rappresentò una svolta. Poi il passaggio alla Racing Point, ma con un obiettivo più grande, ovvero rilevare il team e riportare in Formula 1 il nome di Aston Martin che si era associato al Red Bull Racing solo come sponsor.

Il progetto di Lawrence Stroll si delineò, anche grazie all’aiuto di Toto Wolff e di altri imprenditori che fiutarono l’affare. Il miliardario canadese di origini russe completò l’acquisizione, diventando il socio di maggioranza. Bonomi uscì definitivamente dall’organigramma, vendendo le sue quote, a fine 2020. Stroll portò nelle casse 500 milioni di sterline e ribattezzò il team Aston Martin F1.
L’Aston Martin ha avuto un obiettivo inedito: gamma ampia e variegata per coinvolgere un numero più consistente di appassionati e collezionisti. Un progetto non molto diverso da Ferrari, ma con molte più problematiche. La Casa inglese è sempre stata di nicchia ad appannaggio di acquirenti dal palato fine che cercavano esclusività, rispetto magari a Porsche a altri marchi più popolari. Il listino del marchio nato nel 1913 come concessionaria d’auto con la denominazione Bamford & Martin, si è allargato a dismisura. Oggi vanta il numero record di 8 proposte, anche piuttosto simile tra loro.
In crisi anche Aston Martin
Nella Borsa di Londra, dopo l’annuncio di una perdita annuale più ampia del previsto, a causa di una domanda inferiore alle attese in Nord America e in Asia-Pacifico, il titolo è crollato dell’11%. L’impatto dei dazi americano sul marchio di lusso britannico è stato notevole.

Il calo di vendite deriverebbe da un “difficile contesto macroeconomico globale, incluse le incertezze sull’impatto economico dei dazi, le modifiche alle tasse sulle auto di lusso in Cina e alle crescenti pressioni sulla catena di approvvigionamento”. L’Aston Martin, nel comunicato, ha annunciato 1.430 consegne nel terzo trimestre, in calo rispetto alle 1.640 preventivate con l’anno precedente. L’utile operativo si è abbassato a 110 milioni di sterline e le consegne della hypercar Valhalla saranno limitate a 150 unita a partire da questo ultimo trimestre del 2025.