L’auto elettrica continua a perdere di popolarità, ed una nuova decisione presa dalle alte sfere in queste ultime ore rischia di penalizzare ancor di più il settore. Ecco cosa è stato deliberato.
Sono tempi difficili per chi sperava nell’auto elettrica come mezzo del futuro, in grado di spazzare via in un solo colpo i motori termici. Ed invece, la situazione è molto complessa, con le vendite che non decollano ed i prezzi che non scendono a sufficienza per indurre i clienti all’acquisto di questi veicoli. Stellantis sta pensando di puntare sull’ibrido e non più sull’elettrico, così come la Honda, che al 2030 prevede una quota di BEV al di sotto del 30%.

Insomma, anche le convinzioni dei costruttori di puntare tutto, o quasi, sui veicoli ad emissioni zero, si stanno spegnendo, per via di una crisi mondiale che le auto elettriche non hanno fatto che ampliare. Nel frattempo, in Italia, il PNRR sta per rifilare l’ennesima stangata all’auto elettrica, con una novità appena resa nota che non andrà certo nella direzione di chi vuole una BEV. Scopriamo i dettagli su una modifica che avrà certamente un suo impatto.
Auto elettrica, la stangata sulla ricarica arriva dal PNRR
Il PNRR, ovvero il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, dispone di fondi che possono essere impiegati in svariati modi. Nel mondo delle quattro ruote, sono stati sfruttati sino ad oggi per incentivare il passaggio dai motori termici alle auto elettriche, ma i fondi destinati a questo scopo stanno diminuendo sempre di più. Nell’ultima revisione del PNRR, infatti, il Governo ha scelto di spostare i 600 milioni di euro destinati alle ricariche alla rottamazione delle vecchie auto. In sostanza, tale quantità di denaro non sarà più utilizzata per ampliare le infrastrutture di ricarica, ma fungerà da incentivo per gli automobilisti, nella speranza di portarli ad acquistare un veicolo più moderno e meno inquinante.

Il programma pensato dall’esecutivo punta al rinnovamento del parco auto, che in Italia è tra i più vecchi in assoluto di tutta l’Unione Europea. Altri investimenti, di circa 640 milioni di euro, verranno spostati dall’idrogeno al biometano, in modo da poter produrre questo carburante in misura sempre più grande, riutilizzando i rifiuti. Tommaso Foti, il Ministro per gli Affari Esteri, crede che queste modifiche andranno ad incidere sulla settima rata del PNRR, ma anche su quelle seguenti sino alla decima. Si tratta, dunque, di un cambiamento che caratterizzerà l’automotive italiano per diversi anni, almeno tre o quattro secondo lui.