Non è un periodo facile per Lewis Hamilton, ma ora le sue parole vanno oltre anche alla pista.
La stagione 2025 è ben lontana da quella che si sarebbe mai immaginata Lewis Hamilton, con il fenomeno britannico che si sarebbe aspettato un altro anno con il Cavallino Rampante. Un anno davvero negativo e disastroso per l’ex Mercedes e anche la gara a Baku ha evidenziato i suoi problemi.
Il britannico in terra azera in gara dovrà partire da una mesta dodicesima posizione, dimostrazione di come il suo rapporto con la Ferrari sia davvero ben lontano dal poter essere giudicato come positivo. Ora anche i rivali della Ferrari, come Antonelli in Mercedes e Tsunoda in Red Bull, hanno saputo fare di meglio e così facendo diventa a rischio anche il secondo posto nel Mondiale.
Non è però solo una questione legata alla pista che mette in ansia Lewis Hamilton in questo momento, con il sette volte campione del mondo che ha sempre dimostrato di essere molto vicino alle tematiche sociali. Per lui è importante che tutti ascoltino chi sta soffrendo e non ha potuto fare a meno se non parlare del dramma della popolazione palestinese.
Hamilton non ci sta:” Non possiamo tacere di ciò che accade a Gaza”
La situazione di questi ultimi mesi a Gaza è diventata sempre più complicata e ormai sostenere la causa filo israeliana diventa un’impresa sempre più ardua anche per i più accaniti sostenitori di Netanyahu e soci. Lewis Hamilton non si è mai fatto problemi a parlare apertamente in favore del popolo palestinese e lo ha voluto fare anche in occasione della conferenza stampa in Azerbaijan.
“Non possiamo restare a guardare. La situazione a Gaza peggiora ogni giorno. Negli ultimi due anni il 10% della popolazione è stata uccisa o ferita, tra cui decine di migliaia di bambini e questo numero è in continuo aumento. Ancora una volta si è sentito di un’incursione a Gaza City che ha costretto centinaia di migliaia di persone a fuggire dalle proprie case”.
Un appello sacrosanto quello di Lewis Hamilton, con la popolazione di Gaza che deve fare i conti con una serie di attacchi militari molto violenti. Inoltre le affermazioni arrivano in quell’Azerbaijan che da anni sta portando avanti l’occupazione della regione armena dell’Artskah, con esodo della popolazione residente ed è giusto ricordare anche questo popolo.
