Auto aziendale ad uso promiscuo: di cosa si tratta, come viene tassata e quali sono i vantaggi

A chi svolge l’attività lavorativa viene quindi concessa un’automobile che potrà utilizzare per lavoro e per la propria vita privata, senza doverne sostenere i costi di acquisizione (sia che si parli di noleggio che di acquisto). Anche le spese di gestione, come l’assicurazione, il bollo e la manutenzione, vengono sostenuti dall’azienda e non dal dipendente, proprio per questo è uno dei benefit più ambiti. Naturalmente l’azienda trae diversi vantaggi dalla scelta di questo strumento di welfare, ed è importante sapere che se per il dipendente la convenienza è alta, non è comunque un mezzo del interamente gratuito.

Auto aziendale e tassazione

Tra i Fringe Benefits più apprezzati quindi troviamo sicuramente l’auto a uso promiscuo, che viene concessa spesso a dipendenti che viaggiano per lavoro, come ad esempio gli agenti commerciali. Si tratta quindi di una scelta presa in base all’organizzazione aziendale e al tipo di attività che il dipendente deve svolgere.

Vi sono alcune novità in tema tassazione introdotte dalla legge di Bilancio 2020.
Innanzitutto, per calcolare il reddito imponibile derivante dall’utilizzo dell’auto è necessario basarsi sulle tabelle chilometriche dell’Aci.
Per calcolare il reddito del dipendente è necessario calcolare il 30% del costo di percorrenza di 15mila chilometri l’anno.
Dal 1° luglio 2020, con la legge di Bilancio 2020, è stata però apportata una modifica in materia di tassazione delle automobili ad uso promiscuo.
Il nuovo meccanismo di tassazione riduce la percentuale al 25% anziché al 30% e riguarda le autovetture, gli autoveicoli e gli autocaravan, i motocicli e ciclomotori di nuova immatricolazione con valori di emissione di anidride carbonica non superiore ai 60 gr per chilometro, a partire dal 1° luglio 2020.
In sintesi, con un’emissione di CO2 del veicolo fino a 60g/km si calcolerà il 25%, dai 61 fino a 160g/km si calcolerà il 30%.
La nuova legge di Bilancio, punta a un inasprimento della tassazione con l’aumento della produzione di CO2.
Per le auto con emissione dai 161 g/km la tassazione sarà sul 50% dal 2021 anziché sul 40% del 2020, invece per le emissioni oltre i 190 g/km sarà sul 60%, rispetto al 50% dell’anno scorso.
L’obiettivo, naturalmente, è quello di incentivare l’utilizzo di automobili meno inquinanti. Inoltre, le modifiche riguardano solo i veicoli immatricolati dal 2020 e i contratti di assegnazione stipulati dal 1° luglio 2020.

Il calcolo finale è molto semplice, basta moltiplicare il costo per chilometro dell’auto indicato dalla tabella Aci per 15mila chilometri. Di questo risultato il 30% o il 25% è considerato reddito del dipendente e verrà spalmato su 12 mesi dell’anno. Il dipendente troverà questa cifra in busta paga ed è soggetta a tassazione Irpef.

L’impresa che concede questo vantaggio può richiedere un indennizzo al dipendente relativo all’uso dell’auto aziendale nella sfera privata. Queste somme possono sia essere trattenute dal compenso oppure addebitate con fattura.

Nel primo caso la tassazione del fringe benefit dovrà tenere conto dell’importo trattenuto al dipendente. Nel secondo caso, ovvero quello dell’emissione della fattura, il valore del benefit da tassare verrà calcolato sottraendo la somma fatturata (con IVA). Azienda e dipendente spesso si accordano affinché l’importo fatturato non sia uguale al fringe benefit convenzionale.

I vantaggi dell’auto aziendale

Il vantaggio per l’azienda che decidere di concedere un’auto ad uso promiscuo riguarda una deduzione Ires al 70% circa le spese sostenute per acquistare e gestire il veicolo.
Nonostante questo vi sono dei vincoli, infatti la condizione base per poter usufruire dell’agevolazione è che il dipendente abbia a disposizione l’auto per la maggior parte del periodo di imposta (ovvero 184) giorni.
Se il dipendente non inizia la sua attività lavorativa successivamente al primo gennaio, il periodo di imposta va ragguagliato all’anno.
All’auto aziendale, poi, si possono associare altre forme di sostegno, come ad esempio la carta carburante, per poter fare rifornimento, risparmiare e recuperare l’IVA.
Diverso il caso in cui l’auto viene concessa non ad uso promiscuo ma solo per uso personale. In questo caso il suo valore tassabile viene calcolato sul 100%, senza alcun tipo di riduzione, come nel caso dell’uso promiscuo. Bisognerà in ogni caso tenere conto delle tabelle chilometriche Aci, facendo il conteggio sui 15mila chilometri.

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