Sono in atto serie discussioni relative al futuro del mondo dei motori, tra combustione interna e powertrain elettrici. Ora ha preso la parola Mario Draghi, che ha invitato l’Europa ad una riflessione.
Il mercato delle quattro ruote vive uno dei momenti più difficili della propria storia, ed è in tal senso che l’Europa sta riflettendo sulle prossime mosse da effettuare. Una delle più grandi promotrici del Green Deal, ovvero la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha anticipato che la UE deciderà alla fine del 2025 il destino dei motori termici, che in base alla normativa attuale verranno bannati a partire dal 2035 per quanto riguarda vendita e produzione.

I vari marchi stanno spingendo per far sì che ciò non accada, chiedendo che i motori termici vengano confermati mediante l’utilizzo dei bio-carburanti o degli e-fuel, così da garantire un futuro alla combustione interna. Pensare di poter basare il mercato sulla sola vendita di auto elettriche, al giorno d’oggi, è del tutto impossibile, dal momento che verso le BEV c’è ancora uno scarso interesse, per non parlare di una rete di infrastrutture che non è ancora pronta ad un cambiamento del genere. Anche Mario Draghi ha deciso di scendere in campo in tal senso, prendendo seriamente posizione a favore dei veicoli termici ed invitando l’Europa a fare un passo indietro.
Auto, per Mario Draghi il Green Deal non ha più senso
Nel corso di un intervento a Bruxelles, l’ex presidente del Consiglio e della Banca Centrale Europea Mario Draghi ha alzato la voce sui rischi del Green Deal e del blocco ai motori a benzina ed a gasolio previsto a partire dal 2035: “Man mano che si avanza con la decarbonizzazione, la transizione deve essere anche pragmatica e flessibile. La Commissione Europea ha alleggerito alcuni degli obblighi di rendicontazione più gravosi mediante il suo omnibus sulla sostenibilità, ma in alcuni settori, come quello automotive, gli obiettivi si basano su dei presupposti che non sono più validi“.

La lettura di Draghi è stata molto precisa, fotografando una situazione alquanto preoccupante, e che allarma anche i vertici del settore. Draghi ha poi affermato: “La scadenza del 2035 per le emissioni zero allo scarico avrebbe dovuto innescare un circolo virtuoso, con obiettivi chiari che avrebbero spinto gli investimenti nelle infrastrutture di ricarica, per poi far crescere il mercato interno e stimolare l’innovazione in Europa, rendendo i veicoli elettrici meno costosi. Ciò però non è avvenuto ed il mercato dell’elettrico è cresciuto più lentamente rispetto a quanto previsto, l’innovazione europea è così rimasta indietro ed i veicoli europei restano molto costosi“.