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Auto più strane della storia: alla riscoperta dei Concept anni ’80 [FOTO]

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Vi siete mai chiesti quale sia l’auto più strana di tutta la storia? Ebbene magari ora penserete agli attuali modelli in listino e a parer vostro ne troverete pur qualcuno di suggestivo ma noi vi invitiamo ad includere nella nicchia anche i prototipi e vi facciamo rivivere i modelli più improponibili mai realizzati tra i Concept degli anni ’80.
Qualcuno magari guardando la galleria fotografica qui allegata ne ricorderà qualcuno, ma sicuramente non tutti. Sono prototipi infatti mai realizzati, rimasti nei garage dei costruttori o comunque realizzati in un unico esemplare ed esposti nei musei dei vari marchi.

1984. Avion Prototype

Come esalta l’immagine che vi proponiamo, si tratta di una vettura sportiva, realizzata per rispondere con fermezza alle vetture che in quell’epoca vantavano di un’ottima aerodinamica. La Avion era divenuta col tempo famosa per aver compiuto un viaggio di 100 chilmetri consumando poco più di 2 litri di carburante (benzina) e a disposizione c’era un capiente serbatoio da 56 litri. Il viaggio più famoso che fece fu dal Messico al Canada senza mai fermarsi!

1985. Bmw Z1 Prototype

Questa è invece una delle vetture Anni ’80 che uno spazio commerciale ce l’ha avuto seppur misero. Parliamo della Bmw Z1, nonché una piccola spyder che fece il suo debutto su strada nel 1988 dopo la presentazione al pubblico avvenuta nel 1985. Furono solamente 6.000 le unità prodotte dalla Casa tedesca che voleva, proprio con la Z1, affacciarsi nel futuro dell’automobilismo, non è un caso infatti che la “Z” stia per ?Zukunft?, ossia Futuro in tedesco.

1984. Chevrolet Ramarro Concept by Bertone

Se la Chevrolet Corvette degli anni ’80 si mostrava fin troppo Americana ecco quindi la proposta dalla Casa statunitense di una vettura pur sempre sportiva ma dai tratti stilistici che potevano meglio interessare il pubblico europeo. Parliamo di un concept, la Chevrolet Ramarro con porte scorrevoli in avanti ed il cambio era collocato sul cruscotto ed al posto del pomello c’era una piccola leva da pigiare per cambiare marcia, non proprio quel che ci si aspetta da una sportiva.

1986. Citroen Eole Concept

Il pieno della tecnologia in un’automobile arriva dalla Francia. Si tratta della sperimentazione che Citroen fece lanciando al pubblico la Eole Concept; questo modello non è mai stato realizzato per il mercato ma è stata una buona base, si può dire, per quel k ne è stato l’imminente futuro del brand. Tra le migliori peculiarità c’erano le sospensioni che si abbassavano dopo aver superato i 40 chilometri orari per un maggior comfort di bordo e la copertura idraulica dei pneumatici anteriori pronta ad alzarsi nel momento in cui si andava a sterzare.

1984. Dodge M4S Turbo Concept

Questa più che un concept è conosciuta per essere stata una delle auto dei film dell’epoca. Ebbene la Dodge M4S Turbo venne prodotta in sei esemplari ma solamente uno di questi era stato concepito per scendere su strada, gli altri solamente per esposizione delle forme. La M4S Turbo apparve sui grandi schermi nel film ?Il replicante? del 1986. Il motore sotto al cofano era un 2.2 litri a “L” biturbo con quattro cilindri in linea.

1984. Honda HP-X Concept by Pininfarina

Dal prototipo della Honda HP-X nacqua qualche anno dopo quella che noi tutti conosciamo come una delle vetture più sportive del marchio giapponese in questione: la Honda NS-X. Circa la HP-X c’è da dire che si tratta di un Concept realizzato per mano di Pininfarina e proponeva un tettuccio unito al parabrezza e andava a dare una forma da jet alla vettura, sicuramente opera di miglioria aerodinamica.

1986. Lancia ECV1 Concept

Passiamo ora ad un Capolavoro Italiano, si tratta della Lancia ECV1 Concept, nome in sigla che significa Experimental Composite Vehicle (Veicolo Sperimentale in Compositi). Nel dicembre 1986 viene presentato al Motor Show di Bologna come l’evoluzione della Delta S4. La Federazione Internazionale aveva appena decretato la fine dei Gruppi B, ma le ricerche della Lancia e dell’Abarth proseguivano in vista di un futuribile Gruppo S. L’ECV è un prototipo sperimentale. Esteriormente ricalca un po’ la Delta S4, ma “sotto” è cambiato molto. La scocca non è tubolare, bensì in fibra di carbonio e kevlar sotto forma di pannelli. Il motore è completamente di nuova concezione: “Triflux”. La testata (sempre di 1759 cc) è a 16 valvole, ma disposte con uno schema incrociato. La sovralimentazione avviene tramite due turbocompressori KKK di tipo K26. La potenza arriva a 600 cavalli a 8000 giri/min, e la coppia sale dai 45 Kgm della Delta S4 a 55 Kgm a 5000 giri/min. La trazione ovviamente integrale.

1984. Peugeot Quasar Concept

Ancora una vettura francese, questa volta parliamo di una di quelle vetture futuristiche concepite dalla Casa del Leone. Si tratta di un’auto prettamente sportiva, rigorosamente con trazione integrale e sotto al cofano “pulsava” una motorizzazione da 1.6 litri ad “L” in tecnologia Twin Turbo e con potenza di 600 cavalli. Si pensi che questa vettura non venne nemmeno proposta in scala reale al pubblico ma solamente sottoforma di modellino in scala 1:64 dalla Matchbox.

1989. Plymouth Voyager III Concept

Passiamo ora ad un concept americano. Si tratta di una Plymouth prodotta proprio agli esordi degli Anni ’90 e prefigurava un mix, un ibrido tra due vetture: si confondeva infatti tra un minivan a cinque posti ed un prolungamento che propone altri tre posti a sedere, un monovolume quindi, quasi un multispazio. La sua più grande particolarità? Quella di avere non uno ma ben due motori! Uno per il corpo vettura ed un altro pronto a spingere quel… prolungamento della Voyager III Concept.

1986. Volkswagen Machimoto Concept by Italdesign

Ebbene come già si evince dal nome non si tratta di una “semplice” vettura prototipo. E’ ben progettata sulle orme della sportiva compatta Volkswagen Golf GTI ma questa si rifaceva all?idea di Giugiaro, ossia ideare una vettura pronta ad essere utilizzata proprio come una moto. Come? “Semplicemente” proponendo, al posto dei normali sedili, addirittura delle selle, proprio come quelle delle moto e ce n’erano ben otto. In fondo all’abitacolo c’era un ulteriore posto a sedere e per marcare ancora una volta lo spirito di essere più moto che auto c’era un manubrio per muoverla e non un classico volante. Per motivi ben ovvi, questa moto-vettura non venne mai prodotta se non come Concept.

Simone Babetto

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Simone Babetto
Tags: Concept Car