Autostrade per l’Italia si è resa protagonista di un atto molto grave, che ha scatenato una pesante ritorsione, ed ora dovrà pagare una multa dal valore superiore ai 400.000 euro. Ecco di cosa si tratta.
Non ci sono buone notizie per Autostrade per l’Italia, una società per azioni italiana che si occupa di gestire, mediante la concessione, le tratte autostradali del nostro paese e la loro manutenzione. Fa parte del gruppo Cassa Depositi e Prestiti, e la sua fondazione risale al 2003 ed avvenne a Roma. Il suo fatturato ammontava a 4,175 miliardi di euro nel 2022, anno in cui ha fatto registrate anche un utile netto di 1.130 milioni di euro.
Stando agli ultimi dati disponibili, relativi allo scorso anno, i dipendenti sono circa 9.100 sparsi per tutta l’Italia, e per tutti coloro che sono coinvolti con l’azienda, potrebbero arrivare delle pesanti ripercussioni a seguito della multa comminata ad Autostrade per l’Italia. Il Garante della privacy ha deciso di usare il pugno di ferro contro il gestore delle arterie autostradali del nostro paese, a seguito di un fatto increscioso che è stato finalmente portato alla luce. Andiamo a scoprire cosa è accaduto con esattezza e quali sono le conseguenze.
Autostrade, multa di 420.000 euro dal Garante della privacy
Ora è ufficiale, il Garante della privacy ha multato di 420.000 euro Autostrade per l’Italia, a seguito di un reclamo mosso da una dipendente che era stata licenziata. L’azienda avrebbe infatti violato la privacy della lavoratrice, trattandone in maniera illegittima i dati personali per giustificarne il licenziamento. Pare che Autostrade abbia utilizzato i contenuti del profilo Facebook della donna, per poi accedere anche a conversazioni private tra WhatsApp e Messenger. Alcuni colleghi, mediante diversi screenshot, avevano fornito all’azienda queste chat private, e le conversazioni erano di natura strettamente personale ed estranei al contesto lavorativo.
C’erano anche dei virgolettati di commenti e descrizioni di foto, ed il Garante ha ravvisato l’assenza di una base giuridica per poter avere accesso alle informazioni. Inoltre, sono state sottolineate alcune violazioni ai principi di liceità, minimizzazione e finalità che sono previsti dalle norme sulla privacy. La multa è salatissima, ma il Garante, nel deciderne l’importo, ha tenuto conto del fatturato aziendale, che come anticipato è di svariati miliardi di euro.
