Autovelox, come vi fa a beccare? Svelato il suo “segreto”: dopo averlo saputo cambierete le vostre abitudini

Molte sanzioni per eccesso di velocità sono figlie del temuto Autovelox. Ma come funziona? E quanti ce ne sono?

Ormai da tempo l’Autovelox fa parte della nostra vita e soprattutto delle nostre strade, e sicuramente ha modificato il nostro modo di affrontare la viabilità di tutti  i giorni. In pochi però sono consapevoli di come funzioni, ma soprattutto della sua storia.

Sembra quasi impossibile, ma il primo tentativo di registrare la velocità dei veicoli in circolazione fu fatto in Germania nell’immediato post Seconda Guerra Mondiale. Lo strumento tedesco andava ad onde elettromagnetiche ed era piuttosto complesso. Ben diverso è il discorso legato al rilevatore per come lo conosciamo noi.

Decisamente più semplice e brevettato un ventennio dopo. In questa occasione siamo in Italia, a Firenze per la precisione e l’intuizione è dell’ingegnere Florello Sodl. Il sistema era costituito da sensori di pressione collocati ad un tot di spazio gli uni dagli altri in grado di calcolare immediatamente il passo di un’autovettura.

Autovelox, quanti sono i tipi presenti sulle strade

Di solito quando si parla di questo dispositivo si dà per scontato che ve ne sia soltanto uno, ma non è così. Quelli più diffusi sono quelli definiti spazio/tempo e possono essere sia mobili, sia stabili. Il loro funzionamento avviene tramite fotocellule laser posizionate in modo parallelo. La prima si attiva quando l’anteriore del veicolo attraversa il primo fascio. Da quel momento scatta un cronometro, che si ferma quando si arriva al secondo laser. I dati vengono raccolti da un computer che, conscendo la distanza tra i due punti, calcola la velocità tenuta dal mezzo, secondo la formula velocità=spazio/tempo.

Se il ritmo tenuto dall’auto è più alto rispetto al limite imposto dalle forze dell’ordine, il dispositivo, dotato di fotocamera, andrà a scattare una bella foto della targa.  Spesso si pensa che sia possibile farla franca di notte. Ed invece non è così, poiché le camere sono provviste di flash, per cui non si scampa.

Più sofisticati sono i Telelaser. Al loro interno c’è una videocamera ad alta definizione, che addirittura identifica chi è al volante. Questo, ancora più temibile dell’Autovelox, consente di contestare più violazioni del Codice. Non solo l’eccesso di velocità, ma pure il mancato utilizzo della cintura di sicurezza, o l’uso del cellulare al volante. Per farlo funzionare è necessaria la presenza di un operatore che, tenendolo puntato sui veicoli in approccio, invia laser ad alta frequenza, mentre un sensore ottico recupera il segnale di ritorno proveniente dal riflesso sulla carrozzeria.

Tolleranza Autovelox
Autovelox, come funziona (Ansa) – Allaguida.it

Come per ogni strumento tecnologico viene contemplato un margine d’errore. Nel nostro Paese questa soglie corrisponde al 5%, ossia 5 km su un valore complessivo di 100 km/h. In pratica se il limite su un preciso tratto di strada è fissato a 70 km/h,  la multa è assicurata solamente se si va a più di 75 km/h.

Infine, per chi fa confusione con il Safety Tutor, diciamo che quest’ultimo  rileva la velocità media e non quella istantanea. Il device è stato brevettato da Autostrada per l’Italia. In questo caso i sensori sono affogati nell’asfalto e sono in grado di registrare la categoria del veicolo che sta passando. La foto scattata segnala data, orario e targa.

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