Batterie, quel tesoro sprecato: regaliamo metalli preziosi, nessuno ne parla

Proprio così, quanto spreco che si potrebbe evitare, ecco il parere di un esperto che ci racconta tutta la verità sulle batterie.

Quando parliamo di batterie ci possono venire in mente tantissime varietà che questo vocabolo conserva al proprio interno. Abbiamo quelle delle auto, quelle di telecomandi, dei cellulari e così via. Tutte hanno comunque una componente abbastanza comune e cioè i materiali che vengono usati per costruirle e metterle poi in commercio. Ultimo passaggio non di poco conto visto che le batterie fanno muovere tantissimi soldi grazie alla loro vendita, praticamente ogni giorno.

Batterie, quanti materiali sprecati
Batterie, quanti materiali sprecati (allaguida.it)

Per quanto riguarda la costruzione delle varie batterie esistenti, spesso non siamo informati quanto dovremmo né sui materiali usati, né sulla loro provenienza e così magari anche se ci fosse qualche spreco di troppo, non ce ne renderemmo neanche conto. Una svolta importante però è data proprio in Italia da Angelo Forestan, fondatore di una società vicentina che si chiama ‘Spirit’, che si occupa del recupero dei materiali provenienti da accumulatori esausti. Senza questa raccolta, andrebbero praticamente tutti sprecati. Vediamo nello specifico di cosa si tratta.

Regaliamo oro, una roba criminale

Dopo il procedimento adatto, la società nata nel 2014 riesce a recuperare parti di cobaltolitionichel manganese, materiali che necessitano di un secondo processo per la separazione, ma preziosissimi per poter creare nuove batterie. La lavorazione però, può riuscire solo in appositi laboratori che sono a disposizione di Paesi come la Cina, l’Indonesia, la Corea del Nord, praticamente quelli che già ogni giorno costruiscono le batterie nuove di zecca.

Parlando al corrieredelveneto.corriere.it, Forestan ha spiegato quanto spreco però ci sia dietro delle batterie esauste che comunemente buttiamo via: “Sappiamo sfruttare i nostri rifiuti per recuperare un sacco di componenti metallici, si pensi anche a oro, argento o palladio che mandiamo all’industria orafa, ma dei metalli con cui potremmo produrre in casa gli accumulatori per telefonini, monopattini, biciclette, rasaerba, auto elettriche, unità di stoccaggio per impianti fotovoltaici e molto altro ancora, non sappiamo cosa farne. Se non, appunto, rivenderli ai produttori orientali”. 

Oro e argento per le batterie
Quanti materiali per dei caricabatterie (allaguida.it)

Almeno però, un primo passo viene compiuto in Italia, anche se da come si evince, la fase finale della lavorazione è ancora tutta nelle mani dell’Asia. Almeno però, andando a recuperare circa 500 tonnellate di rifiuti all’anno, la ‘Spirit’ riesce a rimettere sul commercio 180 tonnellate circa di metalli che altrimenti sarebbero persi.

Il lavoro però non termina qui per la società vicentina che sta studiando nuovi meccanismi per rendersi sempre più autonoma ed avvicinarsi al processo finale. Così, spiega proprio l’imprenditore veneto, l’Europa potrà finalmente sentirsi un po’ meno legata ai Paesi asiatici che tra l’altro negli ultimi tempi, hanno anche reso meno possibile il commercio nel Vecchio Continente.

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