I burocrati di Bruxelles potrebbero fare un passo indietro, aprendo a un dialogo che porterebbe al rinvio dei divieti sulla vendita delle auto termiche.
La scelta di imporre un ban tra 10 anni alla commercializzazioni di auto termiche, ibride comprese, ha portato già a danni enormi nella filiera produttiva europea. Ai piani alti ci sono state dimissioni eccellenti, come Tavares in Stellantis, ma i top manager sono sempre tornati a casa con le tasche piene di milioni di euro per una comoda pensione anticipata.

Il dramma quotidiano lo vivono gli operai che non riescono ad arrivare a fine mese e sono piombati nel limbo soffocante della cassa integrazione. Il colosso nato dalla fusione tra FCA e PSA ha dato fiducia da qualche mese ad Antonio Filosa, manager campano che ha costruito la sua carriera oltreoceano, ma la strada per risorgere appare sempre più in salita. Brand come Lancia, Alfa Romeo e Fiat che avevano puntato su gamme e modelli elettrificati ma stanno correndo ai ripari con produzioni termiche.
Non c’è pace nemmeno per i dipendenti di Maserati che, da oltre un anno, è finita in uno stato comatoso. I principali brand italiani sono piombati in una crisi senza precedenti storici. Le inside arrivano da una Cina dominante, ma anche da altri Paesi che non avevano una cultura motoristica, a partire dall’India, ma anche la Romania, la Turchia e altre Nazioni in espansione. Non c’è modo di pareggiare le proposte straniere se non con una fuga di impianti in Paesi come Serbia, Polonia o realtà del Nord Africa in cui il costo dei lavoratori risulta molto più basso.
Passo indietro di Bruxelles sull’automotive termico
Gli italiani per sopravvivere hanno bisogno di stipendi quantomeno dignitosi, mentre in Serbia la Fiat, dove costruisce la nuova Grande Panda, ha offerto un terzo del mensile medio di un operaio nostrano. Siamo davanti anche una guerra politica e ideologica. John Elkann, numero 1 del Gruppo Stellantis, ha compreso le difficoltà di uno tessuto sociale che è evoluto e non in meglio. Il Governo potrebbe ottenere un posticipo degli obblighi di 5 anni, ma il problema sarebbe solo rinviato dopo il 2040.

C’è la possibilità che si investi per un futuro green alternativa, ovvero con carburanti ecologici. Gli E-fuel possono rappresentate una soluzione percorribile per conservare un parco circolante termico. Le auto con motore a combustione interna potrebbero continuare a essere commercializzate anche dopo il 2035, a condizione di utilizzare esclusivamente carburanti sintetici a zero emissioni di CO2. Una riconversione forzata e accelerata verso l’elettrico, ad oggi, non è percorribile, almeno in Italia.