Brutta tegola per John Elkann: Exor in caduta libera, cosa c’è che non funziona

Il primo semestre dell’anno si è chiuso malissimo per Exor. John Elkann, amministratore delegato della holding finanziaria olandese, dovrà correre ai ripari.

Per John Elkann è un periodacccio. La Ferrari continua a collezione brutte figure in F1, il Gruppo Stellantis deve affrontare una crisi senza precedenti e anche Exor è in affanno. Nata nel 1927 come Istituto Finanziario Industriale e rinominata nel 2009 in Exor, ha assunto il nuovo nome dalla società francese inglobata nel 1992. Exor vanta investimenti con orizzonte di lungo termine in società internazionali, prevalentemente in Europa e negli Stati Uniti.

John Elkann Exor
Il tracollo di Exor nel 2025 (ANSA) – Allaguida.it

Per la famiglia Agnelli – Elkann ha sempre rappresentato un punto fermo. In Exor confluiscono la compagnia di capital good CNH Industrial, il costruttore Ferrari, la società calcistica Juventus, il settimanale The Economist e il gruppo editoriale GEDI, quest’ultimo proprietario a sua volta dei magazine la Repubblica, La Stampa e Il Secolo XIX, di una catena di quotidiani locali e di varie emittenti radiofoniche. Una vera potenza che ha sempre fatto dormire sogni sereni agli eredi di John Elkann.

Il tracollo di Exor nel 2025

John Elkann avrà quantomeno alzato le sopracciglia. Come annunciato sulle colonne di Calcio Finanza, la holding olandese ha concluso il primo semestre 2025 con un rosso di 624 milioni di euro, con un impatto negativo di 1,2 miliardi non ricorrenti, causati dalla differenza tra il valore netto contabile degli investimenti consolidati in precedenza e il loro fair value al 1° gennaio 2025.

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Exor il CEO John Elkann (ANSA) – Allaguida.it

I dividendi sono passati da 1,1 miliardi nel 2024 a 700 milioni nel corso dei primi sei mesi del 2025. La liquidità è passata da 169 milioni al 1° gennaio 2025 a 1,5 miliardi al 30 giugno 2025. Il motivo? Sono state cedute delle quote di Ferrari per 2,9 miliardi. In sostanza si è accumulato un debito lordo pari 3,5 miliardi di euro, in calo rispetto ai 4,1 miliardi. Questa volta non c’è da esultare, perché Elkann è corso ai ripari con la vendita delle quote della Casa modenese, ma la situazione non potrà essere replicata in futuro. Il Presidente del Cavallino non può permettersi ulteriori cessioni.

L’erede designato da Gianni Agnelli ha messe nelle casse della Vecchia Signora 30 milioni. Il Net Asset Value (NAV) è diminuito del 4,9%, pari a 1,9 miliardi di euro, a quota 36 miliardi di euro a causa del calo del valore delle Società, ma quello per azione è cresciuto dello 0,9% a 1,64 euro per azione, grazie al riacquisto di azioni proprie da 1 miliardo di euro. D’ora in avanti non si potranno più sbagliare investimenti.

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