Caro carburanti, ennesima mazzata per gli automobilisti: ora sono tutti con le spalle al muro

Il rientro dalle vacanze non ha cambiato la situazione alle pompe: ogni pieno sta diventando una mazzata, ecco di chi sono le responsabilità

Mai dare nulla per scontato, se sei un automobilista in Italia. Perché qualcuno poteva illudersi che terminato il grande esodo estivo i prezzi dei carburanti sarebbero tornati nella norma, sempre alti ma abbordabili. Invece ogni settimana che passa è una mazzata nelle tasche di chi circola, per lavoro o per piacere.

Bennzina la mazzata
Bennzina la mazzata – allaguida.it

Negli ultimi gironi infatti ci sono stati nuovi rialzi sui costi dei carburanti. In particolare il diesel, al servito, è arrivato a 2 euro al litro. E questa escalation non tende ad arrestarsi anche per le fresche decisioni prese dai Paesi produttori di petrolio che, senza fare troppi giri di parole, gettano benzina sul fuoco.

Basta controllare gli ultimi dati per comprendere quanto drammatica stia diventando la situazione nel nostro Paese. I numeri snocciolati da Staffetta Quotidiana con le medie nazionali alle pompe certificano gli aumenti anche se nelle ultime ore non ci sono state variazioni di rilievo sui listini dei prezzi consigliati.

Andiamo quindi a guardare la media dei prezzi praticati, comunicati dai gestori delle stazioni di servizio all’Osservatorio prezzi del ministero delle Imprese e del made in Italy. Sono quelli che poi tutti i giorni Staffetta Quotidiana elabora per fornire un quadro della situazione.

La benzina self service è salita mercoledì 6 settembre a quota 1,959 euro/litro (+1 millesimo rispetto alla precedente rilevazione), con le compagnie a 1,965 e pompe bianche a 1,947. La media del diesel self service è dpari a 1,864 euro/litro (+2 millesimi) con le compagnie a 1,869 e la pompe bianche a 1,852.

Nella modalità servito, la media della benzina ha toccato quota 2,094 euro/litro (+2 millesimi) con le compagnie 2,137 e le pompe bianche a 2,008. Il diesel servito è arrivato a a 2,000 euro/litro (+1 millesimo) con le compagnie a 2,043 e le pompe bianche a 1,914.

E ancora, la media del GPL è di 0,703 euro/litro (+2 millesimi) con le compagnie a 0,712 e le pompe bianche a 0,691. Quella del metano a 1,396 euro/kg (-1 millesimo) con le compagnie a 1,405 e le pompe bianche a 1,388 e del Gnl 1,250 euro/kg (+9 millesimi) con le compagnie a 1,252 euro/kg e le pompe bianche a 1,248 euro/kg).

Per chiudere la panoramica, ecco i prezzi della benzina sulle autostrade. La verde al self service 2,028 euro/litro e al servito 2,276. Il diesel self service 1,946 euro/litro (servito 2,203), il GPL 0,843 euro/litro, il metano 1,528 euro/kg e il Gnl 1,249 euro/kg.

Caro carburanti, ennesima mazzata per tutti gli automobilisti: ecco di chi è la colpa

Il trend sui carburanti quindi non accenna a variare se non in peggio per gli italiani. Colpa delle ultime decisioni del governo? In realtà no, più che altro dipende dalla decisioni prese nelle ultime ore dai Paesi che producono ed esportano la materia prima.

In particolare la strategia dell’OPEC+, il cartello formato dai Paesi arabi produttori petroliferi nel quale c’è anche la Russia che mira a sostenere le quotazioni del petrolio. Negli ultimi giorni la cifra per un barile si è attestata a 90 dollari, un prezzo decisamente in rialzo rispetto a quelli solo della scorsa primavera.

Petrolio, il prezzo sale per colpa dei produttori: cifre mostruose
Petrolio, il prezzo sale per colpa dei produttori (Ansa Foto) – Allaguida.it

Il gioco è molto chiaro è anche semplice, perché risponde all’annosa questione della domanda e dell’offerta. Il cartelli dei Paesi produttori ha deciso un taglio netto nella produzione. Quindi meno materia prima in circolazione e prezzo che tende ad alzarsi, come sempre sui mercati.

In particolare l’Arabia Saudita, Paese guida dell’OPEC, sosterrà un taglio produttivo di 1 milione di barili al giorno fino alla fine dell’anno. Quindi parliamo di una produzione complessiva di circa 9 milioni di barili al giorno, ai minimi storici. Una decisione chiara, adottata per far risalire il prezzo del petrolio e che andrà avanti almeno sino alla fine del 2023 con un razionamento dell’offerta.

La Russia per parte sua ha deciso una riduzione delle esportazioni di petrolio di altri 300 mila barili fino alla fine del 2023, dopo il taglio precedente di 500 mila. Anche qui l’idea è far risalire le quotazioni del greggio sostenendo il gettito prodotto dalle esportazioni petrolifere per compensare minori incassi dovuto alle esportazioni del gas penalizzato dalle sanzioni per la guerra in Ucraina.

Così le quotazioni internazionali sono passate dai circa 70 euro di giugno 2023 ai 90 attuali. Ma non è tutto, perché la risposta degli Stati Uniti, altri grandi produttori di greggio, è stata nel segno del rialzo. Il greggio americano è arrivato fino a 97,3 dollari al barile, per poi scendere a quasi 87 dollari.

Italiani alla canna del gas, il governo ipotizza un bonus: come funziona e chi può accedere al beneficio

Come al solito, gli effetti di questo aumenti peseranno doppiamente sulle tasche degli italiani. Da una parte con l’aumento dei prezzi per un normale rifornimento. Dall’altra però con quello a cascata su tutti i beni, primari, perché la produzione e la distribuzione in Italia al momento pendono ancora decisamente dalla parte del trasporto su gomma.

Secondo le ultime stime di Assoutenti oggi un pieno di benzina mediamente costa 7,4 euro in più rispetto alo scorso maggio. Questo significa un aumento delle spese pari a 177,6 euro all’anno a famiglia, ipotizzando due pieni al mese. Per un pieno di gasolio è pure peggio: la media in più è pari a 10,3 euro e quindi +247,2 euro all’anno a famiglia.

Bonus benzina da 150 euro, decisione vicina: palla al governo
Bonus benzina da 150 euro, decisione vicina (Ansa Foto – Allaguida.it

Così torna in ballo il taglio delle accise da parte del governo, argomento caldissimo ma in realtà senza nessuna prospettiva di attuazione. Giorgia Meloni e i ministri interessati hanno spiegato più volte che le accise non si toccano, nonostante ormai i 2 euro al litro stiano diventando una triste abitudine alle pompe nazionali.

L’unica via di uscita è quella di un bonus una tantum da 150 euro, ipotesi da diverso tempo sul tavolo dell’esecutivo. Un incentivo destinato a famiglie e singoli lavoratori o studenti, con una soglia di reddito relativamente bassa (l’ipotesi è 20mila euro l’anno). In pratica una nuova social card espressamente destinata all’acquisto di carburanti, da affiancare alla più nota carta “Dedicata a te”.

Ma con quali fondi sarà coperto il bonus? La stima è che possa costare circa 2 miliardi di euro, una cifra molto vicina a quelle che lo Stato ha incassato nei mesi estivi con i gettiti dovuti al caro-benzina in Italia. I tempi per il taglio delle accise, troppo costosi per le casse pubbliche, invece non sono ancora maturi.

Gestione cookie