Chi produce i motori Ducati? Chi si nasconde dietro la regina italiana di tutte le moto

La Casa di Borgo Panigale sta registrando fatturati da capogiro e facendo la storia nel Motorsport. Scopriamo quali sono i segreti dietro al successo della Ducati.

Dici Ducati e pensi al non plus ultra, ma tutto partì da una idea che prese forma in uno stanzino. Nel 1926 nacque il brand e nel 1935 cominciarono i lavori per l’edificazione dello stabilimento dove hanno attualmente sede la Ducati Motor Holding Spa e la Ducati Energia Spa. Le lavorazioni si ampliarono con la produzione delle prime apparecchiature radiofoniche. Nel corso della Seconda Guerra Mondiale, la Casa di Borgo Panigale fu costretta a convertire la produzione da uso civile a uso militare.

I nuovi motori Ducati
L’evoluzione rapida della Ducati (Ansa) Allaguida.it

La fabbrica emiliana fu anche occupata dalle truppe naziste tedesche. La sede venne bombardata e distrutta il 12 ottobre 1944. Due anni dopo, a conflitto finito, nacque il reparto motociclistico, come ramo extra dell’azienda emiliana, al fine di accrescere il business. Venne elaborato il primo motore monocilindrico di 48 cc con cambio a due velocità da associare a un propulsore ausiliario su una normale bicicletta, progettata dall’avv. Aldo Farinelli. Ai tempi era tutto molto rudimentale.

L’evoluzione rapida della Ducati

Con il tempo arrivarono telai progettati dalla Caproni, con un bicimotore venduto in oltre 250.000 unità. Nel 1948 i fratelli Ducati cedettero la proprietà alle partecipazioni statali. Il Deus ex Machina Adriano si trasferì negli Stati Uniti. Nel 1954 si registrò, ufficialmente, la scissione dell’azienda in Ducati Meccanica e Ducati Elettrotecnica. Il genio della meccanica, Fabio Taglioni, sviluppò per Ducati, tra il 1954 e il 1984, oltre mille progetti di moto e motori, tra cui il sistema desmodromico, il motore bicilindrico e il telaio a traliccio.

Le caratteristiche delle moto Ducati
Ducati Special Edition Marc Marquez (Media Press) Allaguida.it

Dal 1975 la Casa di Borgo Panigale finì sotto il controllo dello Stato italiano tramite l’EFIM, fino a quando i fratelli Castiglioni fecero l’investimento che cambiò tutto. Dopo diversi passaggi di mano, compreso quello americano, l’azienda emiliana cambiò nome in Ducati Motor Holding SpA nel 1999. Nel 2006 il marchio Ducati passò nuovamente in mani italiane con l’acquisto da parte di Investindustrial Holdings, una finanziaria gestita da Bonomi.

Nel 2012 il marchio automobilistico Audi acquistò la Ducati. La Casa tedesca, rientrante nell’universo del Gruppo Volkswagen, raggiunse l’accordo per comprare il marchio motociclette dal fondo Investindustrial per un prezzo di circa 860 milioni di euro. Una cifra ridicola rispetto al valore attuale, cresciuto con i successi di Bagnaia e Marquez. La produzione dei motori è rimasta rigorosamente Made in Italy.

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