Un major della produzione di materiale tecnico delle moto è stato ceduto. Si sposta un altro emblema del Made In Italy.
Crisi nera per il settore delle due ruote e ne risente anche l’abbigliamento tecnico. Le cessioni di azienda sono all’ordine del giorno e già come vi avevamo anticipato c’era la possibilità che questo avvenisse, anche, per Dainese, abbigliamento tecnico di alta qualità, per motociclisti, Made in Italy.

E’ accaduto in queste ore, secondo quanto riferisce Il Messaggero, ora la vendita dell’azienda è stata chiusa, al prezzo simbolico di 1 euro. Gli acquirenti, oltre che principali creditori di Dainese, sono il fondo londinese Arcmont Asset Management e ad Hps Investment Partners, recentemente acquisito da BlackRock. Cerchiamo di fare chiarezza, guidandovi passo per passo per comprendere cosa è realmente accaduto.
Ceduta anche la Dainese
Investcorp aveva acquistato il marchio direttamente dalla famiglia Dainese, per poi cederla a The Carlyle Group, nel 2022 per 630 milioni di euro. Carlyle oggi ha ceduto ai propri creditori come suddetto. Il gruppo vicentino ha infatti accumulato circa 300 milioni di euro di debiti chiudendo gli ultimi tre bilanci in perdita. L’esposizione è salita 120 milioni nel 2024 a fronte di ricavi per circa 190 milioni, in calo del 9,1%. Sul finire dell’anno, Carlyle è stata costretta a una ricapitalizzazione di 15 milioni di euro.

Il 10 luglio, il board – guidato dal presidente Angel Sanchez Sanchez Vizcaino – ha approvato l’emissione di un nuovo bond senior garantito da 25 milioni di euro, che si sommano ai 285 milioni già ricevuti in prestito tra il 2022 e il 2024 da Hps e Arcmont, che sono divenuti creditori oggi proprietari ma al contempo rassicurano che l’operazione ha la finalità di “rafforzare la struttura patrimoniale di Dainese e migliorarne la flessibilità finanziaria, dopo che l’azienda ha affrontato alcune difficoltà di mercato. Questo processo non avrà alcun impatto sulle attività ordinarie, né su dipendenti, fornitori o clienti”.
Gioco forza l’impatto della crisi sulle aziende italiane arriva anche dai dazi e il mercato cinese delle due ruote in espansione, che anche per l’abbigliamento tecnico a prezzi concorrenziali fornisce prodotti molto più economici e di sicuro impatto visivo. Se l’acquisto anche in Italia delle moto si sta spostando verso un mercato asiatico, non si capisce perchè ciò non dovrebbe, poi, avvenire anche per l’abbigliamento tecnico.