I principali marchi del mondo dei motori stanno attraversando una crisi profondissima. Un noto costruttore ha cambiato proprietario.
Poche motociclette al mondo possono vantare una storia centenaria come Indian. Chi ha vissuto o vive il fascino americano, non può restare indifferente davanti alla cultura di un brand leggendario. Strade dritte ed impolverate che attraversano gli Stati Uniti da una costa all’altra, scorribande di motociclisti con stivali e giacche di pelle, occhiali scuri e mani sporche di grasso, nell’immaginario collettivo della storia del cinema americano ci sono sempre loro come protagoniste: le motociclette.

Simbolo di libertà, di gioventù, virilità e spensieratezza la moto ed in particolare le custom hanno rappresentato e ancora oggi interpretano la filosofia che è a monte di chi sceglie di guidare una bicilindrica a marchio Indian. Il brand incarna l’essenza del motociclismo e dal 1901 racconta la più antica industria motociclistica al mondo. L’azienda venne fondata da George M. Hendee e Carl Oscar Hedström, entrambi appassionati ciclisti, che studiarono e progettarono il loro primo modello dotando un telaio ciclistico di un propulsore monocilindrico erogante 1,75 hp. I primi esemplari venduti risalgono al 1901, pertanto riconosciuto ufficialmente come anno di nascita della Indian, facendone quindi la più antica casa motociclistica americana. Tra l’altro nel 1902 con una Indian Hedström conseguì il record di velocità mondiale a 56 mph.
Cambio per la rivale dell’Harley-Davidson
Il successo arrise subito alla nuova compagnia e la produzione passò dai 500 esemplari circa del 1904 agli oltre 32.000 costruiti nel 1913, rendendola la principale Casa statunitense, primato perso in favore della Harley-Davidson. Dagli albori ne è passata di strada tra guerre, pandemie, crisi aziendali e anche fallimenti. Ma Indian è dura a morire come i suoi motori, di queste ore è una notizia sensazionale, presa molto bene anche dagli appassionati ed estimatori del marchio americano, arriva l’ufficialità della vendita da parte di Polaris Inc. delle quote di maggioranza della Indian Motorcycle in direzione Carolwood LP.
Si tratta di una decisione che permetterà alla Indian di diventare a tutti gli effetti una società indipendente e di restare in mani americane difendendo la sua storia e la sua identità. Il futuro del marchio è in buone mani, quelle esperte di Mike Kennedy con 26 anni in Harley-Davidson, esperienze da CEO in RumbleOn e Vance & Hines. Un passaggio di mano, ma da oggi in poi sfoglieremo altre pagine di storia del motociclismo made in U.S.A..