In una fase di profonda crisi per l’industria dell’automotive termica l’a.d. di Stellantis vorrebbe lanciare una nuova proposta negli Stati Uniti.
I numeri di Stellantis nel comparto elettrico continuano a essere piuttosto negativi. Nel primo semestre del 2025, il colosso nato dalla fusione tra FCA e PSA ha marcato un fatturato netto di 74,3 miliardi, in calo del 13% rispetto al 2024, che già è stato un anno piuttosto negativo, conclusosi con le dimissioni dell’ex amministratore delegato Carlos Tavares.

La perdita netta di 2,3 miliardi euro di Stellantis, dovuta anche a oneri straordinari di 3,3 miliardi euro e all’impatto dei dazi doganali americani, sta preoccupando la dirigenza. Tavares aveva puntato sulla transizione green, ma le proposte elettrificate non hanno dato i risultati sperati. Gli incentivi che spingeranno al passaggio a modelli full electric non faranno altro che drogare un mercato in crisi.
Le performance del Gruppo sono condizionate in modo impattante dai mercati del Nord America e dell’Europa allargata, sebbene il Sud America abbia avuto un boom notevole. Nonostante la flessione, il major italo-francese ha riportato una crescita delle vendite di veicoli ibridi e nel settore dei veicoli commerciali. Elementi che lasciano sperare in un futuro migliore, ma non sembrano esserci i presupposti per un all-in sulla tecnologia elettrica. In particolar modo in America, il Presidente Donald Trump, ha liberalizzato la scelta sui motori più adatti alle esigenze specifiche della gente. Questo potrebbe spingere il nuovo amministratore delegato, Antonio Filosa, a riproporre termici di qualità.
Stellantis: la proposta di Antonio Filosa
In attesa di scoprire cosa accadrà in Europa con il ban dei motori termici e con gli obiettivi decisi da Bruxelles, che mirano a ridurre le emissioni di 55 % entro il 2030, Stellantis potrebbe decidere di andare controcorrente. Filosa ha ribadito che la neutralità del carbonio entro il 2050 rimane uno dei target del Gruppo, ma c’è bisogno di una trasformazione dell’intera filiera delle quattro ruote. Le infrastrutture non appariranno da sole nelle principali città.

Stellantis punterà, come Toyota, alla flessibilità tecnologica: termici, ibridi, ibridi plug-in, range extender e full electric. Si tratta di tutte soluzioni che permetterebbero ai clienti la scelta più saggia in base alle proprie esigenze. Secondo Bloomberg e diversi media statunitensi, Stellantis prevede di investire 10 miliardi di dollari nei suoi brand americani, in particolare Jeep, Dodge e Chrysler. Potrebbero tornare i motori termici V8 e persino il potente Hemi V8. Il mercato lo fa il consumatore che continua a spingere per l’odore di benzina dal distributore.