La crisi del mondo delle quatto ruote, acuita dal flop elettrico, sta portando tantissime famiglie sul lastrico. I dati della Germania confermano le difficoltà.
Ai giovani è stato negato un futuro, ma non se la passano bene nemmeno quegli adulti che si sono ritrovati sommersi di debiti con mutui e famiglia a carico in un Paese sempre più costoso. Forse le nuove generazioni impareranno la lezione e non si esporranno con troppo ottimismo a situazioni troppo complesse in termini gestionali. Vivere alla giornata può avere i suoi grandi vantaggi. In tantissimi che lavoravano a pieno regime nel settore dell’automotive si sono trovati esposti a un grande pericolo anche con contratti di 30 pagine.

Una grande fetta di lavoratori dell’industria delle quattro ruote sta soffrendo del calo di vendita. Tra chi ha perso il lavoro, chi è in cassa d’integrazione e chi è stato costretto a fare le valigie per lavorare in realtà dell’Est Europa, sono davvero in pochi quelli che possono sorridere svegliandosi al mattino. Bruxelles è responsabile della crisi dei lavoratori del Vecchio Continente, a causa di proclami green irrealizzabili. Non ci sarebbe potuto essere periodo peggiore in assoluto per sognare una trasformazione radicale del parco auto circolante in favore del green.
Senza soldi gli italiani sono costretti a pensare alle priorità e l’auto non rappresenta più uno status symbol, ma solo un mezzo per passare da un punto A a un punto B. Intanto l’invasione di modelli cinesi a basso costo rappresenta un altro problema impattante in ottica futura.
La crisi dell’automotive nei numeri
Il calo su base annua del 6,3% dei posti di lavoro è allarmante, prendendo come riferimenti i dati relativi ai primi 9 mesi del 2025. È il crollo maggiore registrato da tutta l’industria tedesca, considerando i settori che impiegano più di 200.000 persone. Le aziende fornitrici devono affrontare una situazione con pochi precedenti storici, e non riguarda solo le Case costruttrici storiche.

Il settore della produzione di parti e accessori per autoveicoli ha mostrato un tracollo dell’11%. Per i brand tedeschi, invece, la riduzione dei posti di lavoro è del 3,8%. La produzione di auto in Germania è comunque in crescita (+3,5% a fronte di una contrazione in Europa pari al 2,6%), ma ci si attendeva ben altro scenario dopo i drammatici anni in cui ha imperversato il Covid-19. In Italia poi lo scenario è anche peggiore, salvo quei marchi iconici come Ferrari e Lamborghini che non conosceranno crisi.





