La Marelli si è appellata al Chapter 11 del Codice fallimentare degli Stati Uniti d’America, ma l’azienda ha voluto rassicurare i lavoratori. Scopriamo quali saranno i prossimi sviluppi di questa vicenda che non lascia tranquilli.
La crisi dell’industria automobilistica ha provocato gravi difficoltà anche in chi si occupa di componentistica. La Marelli Holdings è stata costretta ad appellarsi al Chapter 11 del Codice fallimentare degli USA, un epilogo che era già stato annunciato da diversi mesi di grave crisi. Il gruppo era nato dalla fusione tra la vecchia Magneti Marelli e la Calsonic Kansei, dopo l’acquisizione della prima, da parte del gruppo KKR, dalla FIAT-Chrysler, avvenuta nell’ormai lontano 2019.

L’istanza di fallimento, presentata in queste ore, è stata inevitabile considerando i 4,9 miliardi di dollari di debiti accumulati nel corso di questi anni, e l’obiettivo è quello di costruire un piano di ristrutturazione da organizzare d’ora in avanti. L’obiettivo è quello di proseguire l’attività operativa, ed anche l’Italia non può che guardare con attenzione quello che sta avvenendo. Ci sono infatti 10 stabilimenti attivi di Marelli nel nostro paese, con circa 6.000 dipendenti che stanno cercando di comprendere al meglio quello che sarà il loro destino.
Marelli, la crisi non avrà impatti sulla produzione
L’accordo è stato sottoscritto dall’80% dei creditori, e prevede un finanziamento record da 1,1 miliardi di dollari, in modo da sostenere l’attività produttiva durante la procedura concorsuale. Marelli Holdings ha fatto sapere che quanto sta accadendo non avrà impatti sulla produttività, rassicurando, di fatto, i dipendenti. I sindacati hanno già iniziato a muoversi, chiedendo al Governo di seguire con attenzione tutti gli sviluppi della vicenda.

Nel frattempo, è stata aperta la finestra per eventuali offerte di acquisizione da parte di qualche concorrente, e ci sono ancora circa 40 giorni per trovare un acquirente. La favorita sembra essere Samvardhana Motherson, un colosso indian, ma ora tutto sarà gestito da SVP e dai suoi partner. Come anticipato, la prima cosa da fare sarà quello di garantire un seguito alla produzione di un’azienda storica, che occupa un ruolo fondamentale per l’industria automobilistica Italiana e per i nostri lavoratori, che da sempre hanno profuso impegno.