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Ducati 1199 Panigale S: prezzo, scheda tecnica e prova [FOTO e VIDEO]

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Prima di presentare questa moto bisogna fare una premessa. Più di una persona del gruppo di tecnici e stilisti che hanno dovuto progettare il futuro della 1198 ha passato parecchie notti insonni, trattandosi dell’icona di sportività Italiana per eccellenza. Venendo da moto che hanno vinto mondiali su mondiali nelle derivate di serie, il passo fatto non è stato affatto piccolo. Si è rinnegata integralmente la filosofia basata sul motore in posizione a L e del telaio a traliccio, entrambe simboli del Marchio Ducati. Il risultato? A dir poco sorprendente. Ecco a voi la 1199 Panigale S!

Design e Look

C’è poco da dire al riguardo. Eletta la più bella del salone ad EICMA nell’anno dell’esordio, le linee sono una versione futurista della vecchia Superbike. Riprende in modo incredibile i tagli e la forma che Tamburini diede alla 916, trasportandoli nel nostro presente e unendoli a dettagli come i fari completi al led, i lampeggianti anteriori, gli stop posteriori vuoti al centro, per creare un armonia di forme che, nonostante le dimensioni solo in apparenza contenute, non risultano mai pesanti. Bellissima la livrea Tricolore, ovviamente per una Ducati il colore ottimale è il rosso, che la fa risaltare in modo estremamente spiccato nei tragitti urbani, con notevoli occhiate sorprese e incantate. Ci piace molto lo scarico sotto il motore, subito prima della ruota posteriore, perchè lascia il codino ridottissimo a spiccare, dando un senso di leggerezza e compattezza al mezzo. Ci piace un pò meno la seduta passeggero, che assomiglia a quella quasi nulla della RSV4, ma da una moto da corsa è difficile attendersi altro.

Motore e Telaio

Entrambe queste cose sono state il centro delle chiacchiere degli ultimi due anni. Non sorprende una Ducati bella, le moto italiane (Ducati e MV Agusta in primis) dettano legge in fatto di design da quando sono iniziate le produzioni di serie. Il cambiamento più eclatante per quanto riguarda la 1199 è l’abbandono di due dei punti fissi dalla 888 ad oggi: il telaio a traliccio e il motore bicilindrico ad L. Il primo è stato sostituito con la tecnologia del Monoscocca in Alluminio, riducendo il peso complessivo della moto ai minimi termini per quanto riguarda il segmento, e andando ad utilizzare il motore come elemento stressato della ciclistica. Quest’ultimo è stato rivoluzionato completamente, tanto da distaccarsi dalla famiglia del classico Desmoquattro Evoluzione e prendere il nome di Superquadro, proprio dalle misure di alesaggio e corsa, che diventano 112 X 60,8. Mantenuto il sistema di distribuzione Desmodromica, il risultato almeno su strada è stupefacente. La perdita della “Schiena” esagerata che prima aveva il 1198 per la ricerca dei cavalli più in alto nel contagiri ha generato una moto ugualmente scattante (a dir poco…) ma con una facilità sconosciuta alle sorelle precedenti.

La posizione di guida è diventata molto più comoda ed eretta, con meno carico sui polsi, aumentando cosi la reattività della moto, che ha subito anche un bello studio per la centralizzazione delle masse. Ebbene posso sinceramente dire che la versione S, quella del nostro test, non se la è cavata affatto male, nonostante fossero le 15 al centro di Roma. Si riesce abbastanza facilmente a muoversi nel traffico lento e anche le manovre da fermo non sono risultate ostiche come in passato. I cambi di direzione sono fulminei e quasi involontari, basta guardare il punto in cui si vuole essere e la Panigale magicamente ci si teletrasporta, con una leggerezza che sicuramente non è propria dei 190 cavalli dichiarati di Superbike. Lo scatto ovviamente è una bomba, si parte dai 3000 giri in coppia (con una certa irrequietezza del motore sotto questa soglia) per arrivare fino al cavallaggio massimo a 10.750 giri. Ma l’erogazione è completamente sfruttabile a qualsiasi regime compreso tra questi due limiti, e se non fosse stato per il calore davvero alto emesso dai collettori di scarico si potrebbe quasi consigliare la 1199 anche a coloro che usano la moto nei spostamenti intracittadini.

Prima però bisogna pensare ad un collettore in carbonio per evitare temperature da sofferenza dopo Giugno, e soprattutto un paio di tappi per le orecchie, perchè la coppia di Termignoni di serie sul modello S, lasciatemelo dire, fa un rumore pazzesco. Nulla che i più sfegatati della marca di Borgo Panigale non possano apprezzare a pieno, ma mi sentirei di sconsigliare di accendere la moto sotto i palazzi dopo le undici di sera, per evitare il rischio di qualche denuncia per disturbo della quiete pubblica.

Elettronica e prezzi

Anche su questi due argomenti siamo al top della gamma, nel bene e nel male. La 1199 Panigale S del nostro test montava di serie le sospensioni complete Ohlins regolabili attraverso il compatto e ottimamente leggibile schermo TFT a colori.

Sulla panigale è regolabile tutto eletronicamente tranne i precarichi molla. Per il resto le mappature preimpostate hanno dei setting di base che variano al variare delle mappe, più ovviamente la possibilità di personalizzare le impostazioni per potersi letteralmente cucire addosso la moto. Per l’intracittadino l’erogazione migliore è quella della mappa Sport, che però è leggermente troppo rigida di regolazioni in compressione, facendo diventare nervosa sulle sconnessioni la 1199. Problema risolvibile con un paio di click sulla pulsantiera posta sul manubrio. Non mancano ovviamente controllo di trazione, ABS sportivo e il controllo del freno motore, oltre al quickshifter, ossia tutto il necessario per spremere al meglio questo portento della tecnologia motociclistica.

I prezzi ovviamente sono il linea con gli standard (alti) della casa. Si parte dalla base a 19.390 Euro, passando per la versione S a 24.190 fino ad approdare alla specialistica R a 31.190 Euro. Se sono soldi ben spesi lo decidete voi, ma vi possiamo assicurare che dopo che la avete provata solo il prezzo salato vi darà una scusa per scendere da una Ducati 1199 Panigale.

Alex Dibisceglia

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Alex Dibisceglia