Dopo anni di crescita nelle massime categorie della FIA, l’elettrico ha cominciato una parabola discendente che potrebbe portare a risvolti inaspettati.
Se parlaste con un pilota automobilistico vi direbbe, senza giri di parole, che le auto di qualche anno fa erano più divertenti da guidare. Prendete le F1 attuali che stanno rendendo noiosi anche gli appuntamenti più iconici del calendario. Sono monoposto pesanti e che continuano a fare fatica a superarsi, nonostante una super tecnologia che le rende velocissime.

Ai fan non interessano le prestazioni pure, ma gare in cui i piloti possono esprimersi al massimo. L’idea di passare dalle attuali PU V6 ibride a una concezione in cui l’elettrico possa avere uno spazio del 50% sulla potenza complessiva a bordo appare già un fallimento annunciato. Per i burocrati green, nelle stanze dei bottoni, si potrebbe già da domani passare a un concetto di full electric. La Formula E ha perso progressivamente audience, dopo un hype iniziale.
Gran parte delle principali Case produttrici presenti dal primo anno hanno deciso di uscire. Sposare le ideologie ecologiche sta diventano un autogol clamoroso. Un numero sempre crescente di brand che hanno investito nell’elettrico si stanno trovando in affanno con i fatturati. Nissan, Jaguar e Porsche, giusto per portarvi tre esempi lampanti, sono piombate in crisi. La Formula E non è più una vetrina, ma il fondatore della serie elettrica riconosciuta dalla FIA, Alejandro Agag, non ci sta.
L’ammissione sulla tecnologia elettrica
In un’intervista rilasciata a Motorsport.com, Agag ha annunciato: “Penso che il Motorsport debba essere flessibile, è in una buona posizione e quella della Formula 1 è sicuramente straordinaria, così come la Formula E. Ma per quanto riguarda le tecnologie future, dobbiamo mantenere una mentalità aperta su quali tecnologie saranno vincenti“.

“A mio avviso, l’elettrico sarà sicuramente una parte importante del futuro delle corse. Anche i carburanti sostenibili potrebbero esserlo moltissimo, e pure l’idrogeno potrebbe svolgere un ruolo importante, soprattutto se riusciremo a risolvere il problema della combustione e utilizzarlo per le corse. Quindi, il futuro è roseo, ma dobbiamo mantenere una mentalità molto aperta per vedere quali tecnologie utilizzeremo e come combineremo le diverse gare. Impareremo molto con Extreme H. Ed è proprio questo lo spirito degli sport motoristici“. Vedremo l’impatto del primo Mondiale dedicato all’idrogeno, ma è molto più probabile che un purista pagherà per risentire un sound di un motore 100% termico, almeno in pista.