John Elkann non è un uomo ben visto in ambio automotive, ed i risultati di Stellantis non fanno altro che far pendere la bilancia a favore dei critici. Rispetto all’era di Sergio Marchionne, ha operato scelte del tutto opposte.
Il mercato dell’auto vive una grave crisi, e l’Italia ne è purtroppo coinvolta fino al collo. La produzione di veicoli nel nostro paese continua a calare, principalmente a causa delle difficoltà del gruppo Stellantis. Se escludiamo costruttori che si occupano di produrre supercar, la holding multinazionale olandese è l’unico produttore di auto e mezzi commerciali, e questa non è una buona notizia per il settore nei nostri confini.

Sotto la gestione di John Elkann, dopo il duro lavoro fatto da Sergio Marchionne per salvare la FIAT ed i marchi del suo gruppo, è andato tutto distrutto, e non ci sono buone sensazioni in vista del futuro. Il nipote di Gianni Agnelli non è in possesso delle qualità giuste per fare da leader, e per rendere le proprie aziende efficienti. Inoltre, non sembra un super appassionato del mondo dei motori, un altro punto di distanza epocale rispetto a Marchionne.
Elkann, nel suo modello di business l’auto non è più al centro
Ai suoi tempi, quando era amministratore delegato dell’ormai defunto Gruppo FIAT, Sergio Marchionne aveva un metodo di gestione aziendale ben diverso rispetto a quello di John Elkann. Infatti, l’auto era da lui considerata il centro del business, e decise di vendere quote azionarie in altre aziende così da concentrarsi solo sulle quattro ruote e poter contare su maggiore potenza per investire in questo settore. Aveva l’obiettivo di creare liquidità aggiuntiva, così da poter spendere nella creazione di nuovi modelli. Inoltre, fu in grado di sfruttare la clausola che la FIAT aveva con Chrysler, che prevedeva, nel caso di necessità, di permettere alla casa di Torino di poter gestire in toto il gruppo.

Ed infatti, Marchionne diede vita ad FCA, un gruppo che è poi confluito, fondendosi con PSA, in Stellantis, non l’idea del secolo considerando come sono poi andate le cose. Dal canto suo, Elkann pare più interessato a vari settori, come la moda, la tecnologia e l’intelligenza artificiale, investendo, tramite la sua Exor, in campi che non hanno nulla a che fare con le auto. Ed i risultati stanno lì a confermarlo, con poca volontà di cambiare le carte in tavola.





