Ferrari & Lego, la trasposizione del gioco con la realtà

Chi non ricorda la fabbrica di mattoncini Lego, che ha fatto la felicità di intere generazioni andatasi via, via, perfezionandosi nella riproduzione, in scala, di modelli reali.

All?inizio, l?approssimazione della Lego rispetto alla realtà era tanta, solo la fervida fantasia dei bambini di un tempo riusciva a riconoscere in quei modelli uno spaccato della vita reale, gli oggetti dei cosiddetti ?grandi? riprodotti in piccolo, tanto da far rivivere, ai pargoli, oggi adulti, emozioni sempre intense. Treni che tutto sembravano fuorché che locomotori o vagoni, improbabili figure di uomini e donne senza espressione e senza un volto e una mimica, rivissuti con l?immaginazione di un bambino a cui si cercava di togliere la fissità degli sguardi e l?uniformità dei tratti somatici,con un segno di matita per imitare una smorfia.

Ma ora, anche per la Lego, le cose son cambiate, così, oggi, è facile riconoscere nelle nuove creazioni della arcinota fabbrica di mattoncini colorati, con una fedeltà assoluta, i mostri sacri di Maranello, le bellissime Ferrari Enzo, F430 Challenge e Spider al punto tale che, tolta ogni prospettiva, a guardare bene le immagini, l?impressione è quella di trovarci di fronte queste icone storiche dell?automobilismo italiano e mondiale e, vista in questa prospettiva, se da un lato i progressi della Lego, iniziati o proseguiti con la Ferrari, collocano la fabbrica di giocattoli in un ruolo leader nella riproduzione fedelissima di modellini, quasi da collezione, ai bambini di oggi, il rammarico di aver loro tolto persino il piacere di personalizzare, a propria immagine e somiglianza, l?oggetto della propria creazione, l?approssimazione alla realtà visti con gli occhi di un bambino.
Ma così vanno i tempi?..

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