La Ferrari si è resa protagonista di una figura barbina, l’ennesima, sul tracciato di Imola nel GP di casa del Cavallino. John Elkann ha ben altri interessi e della F1 non sembra interessarsi per alcun motivo.
Un’indecenza, uno spettacolo raccapricciante e che nessuno meritava o poteva anche lontanamente immaginare. Non si può che commentare con distacco e delusione quanto avvenuto ad Imola, soprattutto nella giornata delle qualifiche del sabato. Le Ferrari di Charles Leclerc e Lewis Hamilton sono rimaste escluse dal Q3, qualificandosi all’11esimo ed al 12esimo posto, e non certo per colpa dei piloti, vittime di una SF-25 che si è dimostrata un vero e proprio flop.

No, non esiste alcun potenziale nascosto, come detto da Leclerc stesso, che ha nuovamente sbugiardato un Frederic Vasseur che ha ormai perso qualsiasi briciolo di credibilità. La Ferrari, ad Imola, non era mai partita oltre il decimo posto con almeno un’auto, il che significa che la SF-25 ha fatto peggio delle disgraziate 312 T5 del 1980 o della SF1000 del 2020. E, come tutti avrete visto, John Elkann se ne è infischiato e non ha provato minimamente a scuotere la squadra, confermando un disinteresse pressoché totale verso la gloriosa Scuderia modenese.
Ferrari, John Elkann e l’interesse mai nato per le corse
Gli unici successi della gestione di John Elkann nel motorsport stanno arrivando nel FIA WEC, con la Ferrari 499P che ha dominato due 24 ore di Le Mans e che quest’anno potrebbe mettere le mani anche sui titoli mondiali. Tuttavia, questo progetto è gestito da Antonello Coletta e da AF Corse, che non hanno nulla a che fare con il caos che regna all’interno della Gestione Sportiva di Maranello. Il Cavallino è ormai un’azienda che ha messo in vendita il proprio DNA, e ciò non vale solo per la F1, ma anche per l’azienda in sé e per sé.

Quello attualmente in corso è il momento migliore della storia della Ferrari sul fronte delle vendite, degli utili e dei fatturati, ma tutto ciò è legato a scelte molto discutibili sulle stradali prodotte. Il SUV Purosangue o l’orrore elettrico che verrà presentato il 9 di ottobre ne sono la testimonianza. Questa non è la vera Ferrari, questa è un’azienda che John Elkann ha messo in vendita, puntando su clientele cinesi, statunitensi, arabe, che non hanno la minima cultura in merito alla sportività ed all’eleganza delle vecchie auto del Cavallino.
La F1 è solo lo specchio di una gestione kamikaze, che rischia di guidare all’autodistruzione. Ed a questo punto, continuare nel Circus non ha alcun senso, ed il ritiro dalla F1 andrebbe considerato per davvero. Elkann è interessato al marketing, ai fatturati e non certo alle corse, non è un passionale come Luca Cordero di Montezemolo, cresciuto a pane e motorsport. E non c’è la minima voglia, anche in situazioni estreme, di battere un colpo.