Vi sono auto leggendarie del Cavallino che non andrebbero mai toccate. Un modello è stato rivoluzionato per prendere parte a sfide estreme.
C’è chi usa le Ferrari in strada nel weekend e chi solo pista. Difficilmente vedrete mai un proprietario girare a bordo di vetture del Cavallino nella vita di tutti i giorni. Del resto sono auto scomode ed estreme, concepite per un uso sull’asfalto alla massima velocità. Per di più quando parliamo di storiche vetture non ci sono scuse: più si modificano e più perdono valore.

Vi sono dei collezionisti che non si accontentano di vivere esperienze in pista e hanno deciso di puntare sul look estremo pur di soddisfare le proprie esigenze. Prendete la 308, elaborata alla metà degli anni ’70 sino 1985 in svariati modelli, tutte Gran Turismo, con due versioni: la Berlinetta GTB (Gran Turismo Berlinetta), e la versione Scoperta con tettuccio rigido che poteva essere rimosso, per uno stile tipo Targa, nota con la sigla GTS (Gran Turismo Scoperta).
Sotto al cofano la 308 disponeva di un motore V8 centrale-trasversale a trazione posteriore. Dietro alla creazione di questo bolide c’era lo studio Pininfarina che rese ancora più famoso Leonardo Fioravanti. La 308 traeva origine dalla 512 BB, con alcune modifiche per più prese d’aria laterali, ricalcando anche il look della Dino 246. La sportivissima Rossa venne prodotta dal 1975 al giugno del 1977 con carrozzeria Scaglietti in fibra di vetro, mentre dal 1977 al 1985 si optò per l’acciaio. Aveva 255 CV a 7700 giri al minuto nella versione europea, mentre quella americana erogava 15 CV in meno, ovvero 240 CV a 6600 giri al minuto.
L’evoluzione della Ferrari 308
Una vettura sportiva del genere non è nata per fare la differenza nell’off-road. C’è chi non la vede nello stesso modo. Eugenio Amos, pilota e fondatore della Automobili Amos, non la pensa allo stesso modo e ha deciso di rivoluzionare la 308 per divertirsi anche negli appuntamenti più prestigiosi dell’off-road. Lungo 3.000 chilometri, nell’East African Safari Classic Rally, la vettura sarà protagonista. Per performare al meglio sono state apportate alcune modifiche: carrozzeria con protezioni sottoscocca, adozione di nuove sospensioni e il montaggio di pneumatici Pirelli Scorpion. Tra le sabbie del Safari Classic 2025, tra il 5 e 13 dicembre prossimi, ne vedremo delle belle.

Eugenio Amos crede nella sfida e c’è anche ci crede in lui. Verrà supportato da SEASE, il marchio dei fratelli Franco e Giacomo Loro Piana, come main sponsor. Spiccano le grafiche in arancio su base verde scuro e inserti in color sabbia che traggono ispirazione dal tessuto Solaro noto in casa SEASE.