Ferrari+Testarossa%2C+perch%C3%A9+si+chiama+proprio+cos%C3%AC%3F+Il+motivo+vi+far%C3%A0+drizzare+i+capelli
allaguidait
/articolo/ferrari-testarossa-perche-si-chiama-proprio-cosi-il-motivo-vi-fara-drizzare-i-capelli/377043/amp/
Categories: News Motori

Ferrari Testarossa, perché si chiama proprio così? Il motivo vi farà drizzare i capelli

E’ una delle auto iconiche di Ferrari è certamente la Testarossa. Ma come mai porta questo nome? Quali sono i suoi segreti? 

Anche tra le persone meno ferrate in fatto di auto sportive questo modello è conosciutissimo. A renderlo molto popolare è un nome alquanto particolare, che da sempre suscita curiosità. Parliamo della Ferrari Testarossa. Prima di svelare i motivi di tale denominazione vi racconteremo la storia di questa vettura simbolo dell’artigianalità di Maranello.

Ferrari Testarossa (Ferrari Media Press) – Allaguida.it

Presentata per la prima volta al Salone dell’Auto di Parigi del 1984 quale erede della 512 BB di cui ha mantenuto la meccanica, si distingueva per una linea fuori dal comune, da subito capace di generare grossi consensi, disegnata da Pininfarina, nello specifico per la coda ampia e i  grossi fanali rettangolari, oltre che per le ampie griglie laterali.

Gli interni si presentavano molto ricchi e rifiniti. Una delle particolarità dello studio iniziale stava nel mono specchietto retrovisore piuttosto sporgente collocato sulla mezzerie del montante sinistro del parabrezza, così da implementare la visibilità del posteriore, in parte oscurata appunto dalla coda. A fronte di un’estetica non proprio accattivante l’azienda decise nel 1986 di tornare ad una configurazione più comune.

Ferrari Testarossa, ecco perché si chiama così

Il suo propulsore era un potentissimo 12 cilindri da 4.942 cm3, provvisto di una testata a quattro valvole per cilindro, in grado di erogare fino a 390 cv. Nel retrotreno, poi, spiccavano dei doppi ammortizzatori.

Incredibilmente questa versione fu talmente amata, che il costruttore decise di lasciarla pressoché identica fino al 1992 non fosse per qualche ritocco a cerchi e dotazioni. L’unico vero cambiamento avvenne nel 1980 quando a seguito dell’introduzione delle nuove normative sull’inquinamento, venne montata la marmitta catalitica con depotenziamento a 380 cv. La velocità massima raggiungibile era di 290 km/h.

Sebbene ne vennero realizzate 7.177, della variante spider ci sarà un solo esemplare: quello creato ad hoc per Gianni Agnelli, allora presidente del gruppo.

Veniamo ora alla curiosità del nostro articolo, ovvero perché si chiama Testarossa.  Ebbene, l’origine ci riporta addirittura al 1957 quando dalla fabbrica modenese uscì la 250 Testa Rossa, scritto staccato e non unito come nell’automobile uscita negli anni ’80. L’ispirazione è tratta dal colore rosso dei coperchi delle valvole. Una scelta singolare che si meritò dunque la promozione ad identificavo del veicolo, già di suo in total red come vuole la tradizione del Cavallino.

Sicuramente si tratta di una delle autovetture meglio riuscite a Maranello. Anche sul fronte dell’aerodinamica, era talmente prestazionale da non aver bisogno neppure di montare uno spoiler posteriore. Giusto per fare un confronto con Lamborghini sei il coefficiente di resistenza era di 0,36 per la Rossa, per Countach era di 0,42.

Ferrari Testarossa, il nome è legato al suo motore (Ferrari) -Allaguida.it

Tornando alle performance, è innegabile che ci si trovi davanti ad un prodotto a dir poco innovativo. Il passaggio da zero a cento km/h veniva compiuto in 5,3 secondi, qualcosa di impensabile per l’epoca. Per quanto concerne il costo anche questo non era da meno attestandosi sui 178 milioni di lire.

Nel 1992 al Salone dell’Auto di Los Angeles fece il suo esordio la 512 TR, una prima evoluzione che vide la top speed crescere a 314 km7h. Nel 1994 invece, fu il turno dell’ultimo e decisivo sviluppo, con la F512 M, in grado di sprigionare 440 cv, per uno spunto di 315 km/h.

Chiara Rainis

Published by
Chiara Rainis