Negli Stati Uniti, seguendo il diktat protezionistico di Trump, un major dell’automotive ha deciso di eliminare gradualmente i componenti provenienti dalla Cina.
Gli Usa, per vantaggio oggettivo o pigrizia, si sono appoggiati per decenni alla produzione cinese. Con la crescita esponenziale del Gigante asiatico qualcosa è destinato a cambiare. Il presidente Donald Trump ha riconosciuto l’importanza di dover tornare a puntare sul prodotto interno Made in Usa. Le conseguenze altrimenti potrebbero essere irreparabili per l’economia americana. La posizione forte del tycoon ha imposto dei dazi che stanno limitando il successo dei produttori stranieri. Una tangente da pagare per esportare i prodotti che, però, sta limitando più il Vecchio Continente che la Cina.

Il Gigante asiatico non ha nessuna intenzione di recedere e sta continuando la sua crescita esponenziale. Per porre un limite a questo dominio, il colosso General Motors ha dato istruzioni a migliaia di suoi fornitori di eliminare gradualmente i componenti provenienti dalla Cina. L’allarme è scattato dopo le preoccupanti battaglie geopolitiche sui chip delle auto. Il Paese del Dragone Rosso gode di una posizione dominante sui componenti hi-tech delle auto moderne, anche grazie alle terre rare.
Usa vs Cina
GM sta incoraggiando i fornitori a individuare fonti alternative per materie prime e componenti. Non sarà facile perché gli elementi garantiti dalla Cina erano convenienti e affidabili. Spezzare la dipendenza commerciale dalla Cina non risulterà facile nemmeno per una nazione potente come gli Stati Uniti. Ad alcuni fornitori è stata data una scadenza al 2027 per tagliare i ponti con la Cina, riporta Reuters.

L’iniziativa è cominciata alla fine del 2024, ma ora ha raggiunto una urgenza nella primavera del 2025, a causa delle tensioni internazionali. La Cina rappresenta un fornitore fondamentale di componenti e materie prime. La direttiva messa in pratica dagli americani coinvolge anche altri Paesi, come Russia e Venezuela, sebbene la Cina rimanga la fonte di preoccupazione maggiore. GM ha investito in una miniera di litio in Nevada e ha stretto una partnership con un’azienda statunitense specializzata in terre rare per assicurarsi i materiali per le batterie. Si lavora nella direzione di una indipendenza dalla Cina, ma ci vorrà molto tempo.





