Il gruppo Stellantis ha prodotto un netto calo della produzione in Italia, e, conseguentemente, anche dei posti di lavoro. Gli operai dello stabilimento FIAT hanno ora deciso di alzare la voce e farsi sentire.
Sono anni complicati per il gruppo Stellantis, in crisi nera come la gran parte dei gruppi impegnati nel mondo automotive. L’Italia ha visto la sua produzione annuale crollare nel corso dell’ultimo biennio, ed il 2025 rappresenterà un inquietante minimo storico per il nuovo millennio. Secondo quelle che sono le proiezioni ed i dati diramati dai sindacati, potrebbe fermarsi a meno di 300.000 il numero di auto e mezzi commerciali assemblati nel corso di quest’auto.

Il tracollo è stato impressionante, e tutto ciò ha messo in seria difficoltà anche i lavoratori del nostro paese, sottoposti a periodi lunghissimi di cassa integrazione, con gli importi degli stipendi che sono nettamente diminuiti. Gli operai di Stellantis Termoli non ci stanno ed hanno scelto di rivendicare i loro diritti, attaccando duramente la parte francese dell’azienda. La tensione ora sale a dismisura.
Stellantis, gli operai FIAT si schierano contro i francesi
A Termoli, in Molise, è presente uno storico stabilimento dedicato alla produzione di motori FIAT, che è ormai da anni nelle mani del gruppo Stellantis. Qui sarebbe dovuta nascere una Gigafactory per la produzione di batterie per le auto elettriche, ma il progetto pare esedre del tutto tramontato. Oltre 1.000 persone hanno deciso di protestare per difendere il futuro della fabbrica nella giornata di sabato 29 di novembre, e l’intera regione Molise ha duramente attaccato il gruppo, con l’obiettivo di arginare il rischio che questa realtà industriale possa sparire dai radar.

I rappresentanti dello sciopero sono stati molto duri, con alcuni cartelli che recitavano: “Non siamo contrari alla transizione ecologica, ma on a qualsiasi prezzo e sacrificando migliaia di posti di lavoro, non si possono far morire regioni intere“. Non è mancato poi l’attacco alla parte francese del gruppo Stellantis: “Noi abbiamo fatto sempre bene i nostri motori, non come i francesi“. Insomma, bastano questi slogan per rendere bene l’idea di quanto sia elevato il tasso di tensione allo stato attuale delle cose, ed il gruppo dovrà ora reagire alle richieste dei lavoratori, che sono davvero furiosi.





