“I software sono illegali”: pesante accusa del Tribunale contro la casa tedesca

Brutte notizie per il colosso tedesco, con il Tribunale che mette in crisi l’azienda con pesanti accuse sul software.

Da un po’ di anni a questa parte si stanno portando avanti dei controlli molto più rigidi nei confronti delle grandi aziende automobilistiche, con l’intento che deve essere quello di offrire ai clienti il miglior servizio possibile. Non ci si deve dimenticare inoltre il fatto come l’ambiente e la sua tutela abbia un ruolo sempre più centrale.

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“I software sono illegali”: pesante accusa del Tribunale contro la casa tedesca (allaguida.it)

Non sono mancati dei casi eclatanti che hanno scosso il settore, con il Dieselgate di Volkswagen che è destinato a far scuola. Aver truccato i valori sulle emissioni CO2 delle proprie vetture a gasolio è un qualcosa che ha causato non pochi danni anche di immagine al colosso tedesco.

A quanto pare i problemi non erano solo legati a Volkswagen, ma c’erano anche altre aziende che utilizzavano dei software del tutto irregolari. A essere finito sotto l’occhio del ciclone è il vecchio Gruppo PSA, parte integrante oggi di Stellantis, e soprattutto il marchio Opel, che al tempo era di General Motors, con il Reuters che porta all’attenzione dei clienti la dura sentenza di un Tribunale in Olanda.

Software illegali per Opel: sotto osservazione anche DS, Citroen e Peugeot

Il caso dieselgate rischia di non essersi fermato solo alla Volkswagen, ma il Reuters evidenzia come ci siano diversi controlli sulle vetture progettate dopo il 2009 per ben quattro marchi. Se per DS, Citroen e Peugeot però per il momento si parla solo di “sospetto” di utilizzo di software illegali, la situazione cambia radicalmente nel momento in cui si parla di Opel.

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Software illegali per Opel: sotto osservazione anche DS, Citroen e Peugeot (Ansa – allaguida.it)

La corte olandese infatti ha accusato General Motors e PSA di aver venduto in territorio olandese delle auto a gasolio che presentavano dei software non idonei per il corretto controllo delle emissioni inquinanti. Dunque anche loro avrebbero usato i famosi dispositivi che in realtà comportavano dei dati errati, e che permettevano di rientrare nei dati richiesti.

A portare avanti la causa sono tre organizzazioni no profit ambientaliste, le quali stanno cercando di fare chiarezza sull’accaduto. I giudici affermano, come riporta Quattroruote, che dal 2014 siano effettivamente state vendute delle auto non conformi alle disposizione di Legge. Stellantis, proprietario di tutti i quattro marchi, ha rimandato al mittente le accuse ed è pronta a difendersi affermando che le auto vendute erano conformi alla Legge.

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