Continuano i problemi per i major dell’industria dell’automotive. Saranno prodotte meno auto elettriche per fronteggiare lo stato di crisi.
Polaroid: fotografia di una crisi che colpisce il mercato europeo dell’automobile, dove dati alla mano non si salva nessuno, neppure Porsche che crolla a Francoforte e l’impatto, o meglio lo scossone, finisce anche su Volkswagen.

Come una diapositiva alla luce vediamo di fare chiarezza e di vedere in trasparenza la condizione e la salute dell’automobile in Europa, facendo una disamina dettagliata sui dati, ma partendo da un marchio di lusso, Porsche, famoso in tutto il mondo, che parte molto male la settimana con uno scivolone alla Borsa di Francoforte.
Il crollo di Porsche
In calo sono tanti top brand teutonici: BMW -0,35%, Mercedes-Benz -0,77% e tra gli altri big europei Stellantis +1,52% e Volvo Car +2,28%. Impatto più contenuto per Renault +1,51%. Porsche rivede le sue strategie di sviluppo ed investimento sulla produzione elettrica, a causa di una domanda bassa da parte della clientela. L’auto tedesca a pile non piace e al di là delle normative europee che influenzano il mercato, la realtà dei fatti va in un senso contrario alle aspettative della Commissione europea. Inoltre i profitti sono stati azzerati dai dazi americani e dall’espansione del mercato cinese in Europa e in particolare in Germania, dove i colossi cinesi fanno la voce grossa.

Un effetto domino che ricade anche e soprattutto sulla casa di Wolfsburg che ha così abbassato le sue previsioni di margine di profitto al 2-3% dal precedente 4-5%. Di conseguenza, il potente Gruppo prevede ora un ritorno operativo sulle vendite compreso tra il 2 e il 3% nell’esercizio 2025. Le proposte elettriche sono state un flop.
Il tonfo in borsa a Francoforte della Casa di Stoccarda ha avuto un certo peso, e con molta probabilità il prezzo delle azioni continuerà ad indebolirsi. Il passo indietro che è una retromarcia di Porsche era inevitabile, forse tardivo rispetto ai segnali arrivati lo scorso anno di una domanda debole del mercato. E’ bene che per gli anni avvenire il marchio tedesco torni alla sua identità, al suo DNA sportivo termico.