Il fallimento del colosso italiano delle due ruote: svendita totale sulle moto, le trovi per pochi euro

C’era una volta una industria motociclistica italiana che faceva invidia al mondo intero. Tra cessioni e bancarotte la situazione si è fatta critica.

L’Italia che cambia, l’Italia delle piccole e medie aziende che hanno scritto pagine indelebili del motociclismo cancellate da cessioni, da joint venture e da politiche fiscali. Quello che abbiamo oggi da raccontarvi è un esempio emblematico di come l’industria delle due ruote ha subito, salvo eccezioni, un tracollo negli ultimi venti anni cambiando faccia, ma molto spesso non il nome. L’espansione del mercato cinese da una parte, dall’altra l’aumento del costo del lavoro ha visto colossi, che hanno fatto invidia al mondo, sparire davanti a difficoltà economiche o meglio finanziarie e ciò che resta è la storia, che merita di essere tramandata nel rispetto di chi ha lasciato un segno con dei veicoli cult che ancora oggi ritornano nella memoria dei giovani adulti.

Il fallimento del colosso italiano delle due ruote
Il fallimento della Gilera – Allaguida.it

Iniziamo aprendo un cassetto dei ricordi, all’inizio del nuovo millennio uno scooter con caratteristiche costruttive degne di una moto sportiva solcava le strade facendo sognare una generazione di giovani: Gilera Runner. Una garanzia di sportività grazie all’innovativo telaio in alluminio a sezione centrale e una ciclistica degna di una moto da competizione. Dopo il suo debutto nella versione 50cc, la Casa costruttrice regalò al pubblico anche le versioni più pepate 125 e 180 cc.

Il fallimento della Gilera

Il merito e il successo passava attraverso una storia da brividi, che fu aperta in corso XXII Marzo a Milano nel 1909, da Giuseppe Gilera, abilissimo meccanico figlio di contadini della provincia di Lodi. Tutto ebbe inizio il 21 dicembre 1887 in un piccolo paesino alle porte di Milano, Zelo Buon Persico. Nove anni dopo, la famiglia si trasferì nel capoluogo lombardo e nel 1901, a 12 anni, Giuseppe iniziò come apprendista alla Edoardo Bianchi, passando in seguito alla Bucher e, infine, alla Moto Rêve.

Il fallimento della Gilera
La storia di Gilera (Ansa) Allaguida.it

Qualche anno più tardi Gilera si mise in proprio, costruendo la sua prima moto nell’officina di Milano, in corso XXII Marzo, 42. Il pioniere aveva cambiato il cognome in Gilera e, nel 1914, si era sposato con Ida Grana, con la quale ebbe tre figli: Gigliola, Olga e Ferruccio. Storia di successi e di fallimenti, tra alti e bassi, nel 1968, nonostante i sacrifici economici della famiglia, fu comunque necessario ricorrere alla procedura di amministrazione controllata, nel corso della quale fu raggiunto un accordo con la Piaggio di Genova, che rilevò il marchio, attivo con una produzione a proprio nome fino al 2020 ed oggi inutilizzato. Ciò che resta dei fasti è scritto nei libri di storia.

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