In base ad alcune analisi condotte sul ponte sullo stretto di Messina ci saranno evidenti problemi a rientrare nella cifra incassata.
Il ponte sullo stretto di Messina si farà. Ci sono voluti decenni per arrivare alla notizia che tutto il Meridione aspettava con ansia. La conferma è giunta, recentemente, con una nota del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. L’accordo è stato sottoscritto dal vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto, l’amministratore delegato dello Stretto di Messina Pietro Ciucci, l’amministratore delegato di Rete Ferroviaria Italiana Aldo Isi e l’amministratore delegato di Anas Claudio Gemme. Presente anche il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri Alessandro Morelli.

Investimenti importanti saranno fatti nel Mezzogiorno e riguarderanno il rifacimento del lungomare di Villa San Giovanni, la realizzazione di tre nuove fermate ferroviarie a uso metropolitano a servizio della nuova infrastruttura, l’ammodernamento delle linee ferroviarie, con il completamento dell’alta velocità Salerno-Reggio Calabria, e le connessioni con la linea tradizionale Battipaglia-Reggio Calabria. Un passo in avanti notevole per tutto il Meridione.
I lavori sul Ponte di Messina
Per ora c’è soddisfazione anche degli attori della politica. Il Presidente della Regione Siciliana Renato Schifani ha dichiarato: “Questo accordo rappresenta un ulteriore passo concreto verso la realizzazione di un’opera attesa da decenni, strategica per l’integrazione infrastrutturale del Mezzogiorno e per il futuro della Sicilia. Il Ponte sullo Stretto non è solo un simbolo ma è anche una sfida che stiamo vincendo, con determinazione e visione. La Regione è pienamente impegnata, anche attraverso le opere di connessione, affinché questo progetto diventi realtà entro i tempi previsti”.

“Con questo Governo – ha assicurato Schifani nel suo intervento durante la riunione al Mit – il rischio che il Ponte resti una cattedrale nel deserto è definitivamente scongiurato. È in corso, infatti, un vero e proprio piano strategico di infrastrutturazione stradale e ferroviaria per la Sicilia, con investimenti di quasi 20 miliardi di euro”.
Ma quando si rientrerà nell’investimento miliardario? L’opera dovrebbe costare ben 13,5 miliardi di euro, circa la metà di questi provenienti arriverà dai fondi di coesione. Se il ricavo netto annuo risulterà pari a cento milioni, si faranno 3 miliardi dopo trent’anni, andando a ammortizzare appena il 23% della spesa. I dubbi permangono.