I SUV sono diventati, con il passare degli anni, sempre più prestazionali ed estremi. Oggi vi parleremo di un vero e proprio gioiello che era in grado di dire la sua anche contro le supercar.
Nel giro di pochi anni, i SUV sono diventati i protagonisti del mercato delle quattro ruote, soprattutto nel territorio europeo. Pensate che, al giorno d’oggi, il 56% della quota di mercato è rappresentata da questi veicoli, un dato impressionante, che rende bene l’idea di quanto la clientela si sia avvicinata a questa categoria di vetture. Oggi vogliamo parlarvi della Saab 9-7X Aero, un veicolo a ruote alte incredibilmente prestazionale, spinto da un motore non proprio comune.

Nacque dall’ingegno del costruttore svedese e dalla potenza statunitense, dal momento che il propulsore non era prodotto dalla Saab stessa, ma era di marchio Corvette. Pensate che, secondo molti esperti, era considerato il SUV più prestazione dell’epoca, sicuramente il top per quanto riguarda il marchio Saab. Nelle prossime righe, andremo a scoprire i suoi segreti, e siamo certi che resterete esterrefatti dalle prestazioni che è riuscito a raggiungere. Siamo di fronte ad un vero e proprio portento delle quattro ruote.
SUV, ecco la strepitosa Saab 9-7X Aero da 395 Cavalli
Dal punto di vista tecnico, la Saab 9-7X Aero era equipaggiato da un motore Corvette da 395 Cavalli, con accelerazione tra 0 e 100 km/h che si completava in appena 5,5 secondi. C’erano 6 litri di cilindrata, ed il SUV svedese fu prodotto nella serie limitata di appena 500 esemplari. La vettura fu lanciata nel 2008 sulla base della Chevrolet TrailBlazer, modello statunitense molto robusto, con cui condivise la piattaforma. Il motore era il V8 LS2 da 6,0 litri prodotto in alluminio, lo stesso che era montato a bordo della Corvette C6, un’auto che ha vinto tutto ciò che c’era in palio nelle gare di durata, come alla 24 ore di Le Mans.
Novità vennero introdotte in ogni angolo della vettura, come il differenziale posteriore autobloccante, così da garantire una migliore trazione, sospensioni ribassate ed irrigidite, utili per migliorare la tenuta di strada, mentre l’impianto frenante fu potenziato con nuovi dischi anteriori da 12,8″. La trazione integrale è automatica di serie, così da migliorare la sicurezza. Arrivò anche un collettore di aspirazione fatto ad hoc per questo modello, facendo fare un netto step alla risposta del motore nel momento in cui si preme il tasto dell’acceleratore. Insomma, un vero e proprio gioiellino di un marchio ormai defunto, che sapeva come soddisfare la clientela.