I major dell’industria europea stanno piombando in una crisi con pochi precedenti storici. Una guerra silenziosa che si combatte e metterà sul lastrico migliaia di famiglie.
Si è perso il numero delle multinazionali in difficoltà in una fase di crisi che sembra non finire mai. In Europa si respira l’atmosfera peggiore con un numero crescente di bancarotte. I lavoratori sono disperati, in diverse filiere, dovendo far fronte a un costo della vita raddoppiato nel giro di pochi anni e spese crescenti. Chi ha famiglia tenderà a non dormire più la notte con i pensieri.

Persino l’azienda tedesca Bosch, la maggiore produttrice mondiale di componenti nel settore dell’automotive, sta affrontando una preoccupante flessione. Uno dei player più importanti a livello globale, storicamente di proprietà per il 92% della Robert Bosch Stiftung, ha deciso di sganciarsi dal socio di maggioranza della Edim. La società nel 2018 aveva raggiunto in Germania le 85 sedi, vantando quasi 140.000 dipendenti. La presenza di Bosch su scala mondiale è importante, con oltre 450 società filiali in 60 Paesi con 409.900 lavoratori totali. Nel 2018 fatturava 78,5 miliardi di euro, cifra più alta mai raggiunta. Con la crisi dell’automotive la situazione è molto cambiata nel periodo post Covid-19.
La crisi di Bosch
La multinazionale ha scelto di chiudere i rubinetti della liquidità. I vertici hanno comunicato un programma di risanamento per il comparto della componentistica che dovrebbe, entro il 2030, portare a un risparmio di 2,5 miliardi di euro con 22mila posti di lavoro a rischio.

“In forza di questo Bosch ha comunicato a Edim, di cui è socio di maggioranza, che non è più disponibile a sostenerla economicamente così come fatto fino ad ora”, ha sancito il sindacalista della Fiom Stefano Bona. Verrà nominato un esperto commercialista che, entro sei mei, dovrà presentare un piano di risanamento. Oggi la Edim ha un indebitamento del 56% sul fatturato. La flessione del settore e la crescita dei colossi asiatici non aiuteranno di certo a trovare una facile soluzione. Persino Bosch non ha più un futuro roseo davanti e lo stesso si può dire dei suoi lavoratori.