La+cybersecurity+fa+la+differenza+anche+in+Formula+1
allaguidait
/articolo/la-cybersecurity-fa-la-differenza-anche-in-formula-1/393167/amp/
Consigli e Guide

La cybersecurity fa la differenza anche in Formula 1

Nel motorsport moderno, la tecnologia corre veloce quanto le monoposto. Dalla Formula 1 al World Endurance Championship, ogni frazione di secondo è frutto di calcoli, dati, connessioni in tempo reale e sistemi digitali iperconnessi.

Dietro ogni sorpasso o pit stop sincronizzato alla perfezione, c’è un’infrastruttura informatica che lavora senza sosta. E quando tutto è così connesso, una cosa diventa chiara: la sicurezza informatica non è un optional, è una necessità vitale.

La corsa dei dati: perché la cybersecurity conta

Un team di Formula 1 raccoglie terabyte di dati ogni weekend di gara: telemetria, performance delle gomme, consumo energetico, dati meteo, strategie in tempo reale. Ma non si tratta solo di numeri: è il cuore pulsante della competitività.

Questi dati portano a decisioni che possono cambiare le sorti di un campionato. Un attacco informatico al momento sbagliato, capace di bloccare l’accesso a queste informazioni, può compromettere un’intera stagione.

E non si parla di ipotesi. L’incidente che ha colpito la FIA nel 2024 lo dimostra: un attacco di phishing ha compromesso due account email, esponendo dati personali sensibili e sollevando seri interrogativi sulla vulnerabilità dell’intera comunità motorsportiva. L’organizzazione ha agito tempestivamente, ma l’episodio ha fatto capire chiaramente che anche il sistema di governo globale dell’automobilismo non è immune.

Minacce reali: dallo spionaggio al ransomware

Le minacce nel motorsport non si limitano a qualche virus di passaggio. Sono attacchi mirati, sofisticati e ad alto rischio. Ecco alcune delle criticità principali:

  • Ransomware: come in ogni settore con eventi dal vivo, un attacco ransomware può bloccare interi sistemi e far saltare un weekend di gara. Immagina cancellare il GP di Silverstone perché i sistemi del circuito sono in ostaggio: sarebbe un disastro economico e reputazionale.
  • Spionaggio industriale: ogni team custodisce proprietà intellettuale Parliamo di design, test, strategie, software predittivi. Non serve immaginare hacker esterni: basta una talpa interna per mettere tutto a rischio.
  • Furto di dati HR e di bilancio: ogni grande squadra è anche un’azienda. Driver, ingegneri, meccanici: i loro dati personali devono essere protetti come quelli di un qualsiasi dipendente. E il GDPR non fa sconti, nemmeno a chi corre a 300 km/h.
  • Connessioni poco sicure in viaggio: le squadre di motorsport sono itineranti. Vanno da Melbourne a Miami, da Suzuka a Monza. I dati viaggiano con loro. Ed è qui che le cose si complicano.

Quando sei sempre in viaggio, serve una VPN

Una delle prime difese che i team adottano si basa sulla VPN (Virtual Private Network). Perché?

Semplice: ogni volta che si accede ai server del team da un hotel, un aeroporto o un paddock remoto, i dati sono esposti. Una VPN crea un tunnel criptato tra il dispositivo e il server, rendendo la comunicazione incomprensibile agli occhi di eventuali curiosi.

Ma non è solo questione di sicurezza: le VPN garantiscono anche la continuità operativa. Questi strumenti tecnologici permettono ai tecnici di accedere da remoto alle simulazioni, agli ingegneri di scaricare aggiornamenti software ovunque si trovino, e ai responsabili IT di monitorare l’infrastruttura in tempo reale, senza compromettere nulla.

Il ruolo dell’intelligenza artificiale

Aston Martin Aramco lo ha capito già dal 2021, quando ha stretto una partnership con SentinelOne. L’obiettivo? Proteggere ogni livello, dai dati telemetrici ai dispositivi personali dei membri del team, usando cybersecurity potenziata dall’intelligenza artificiale.

Il punto non è solo evitare che qualcuno entri. È anticipare il rischio. L’AI aiuta i team IT a individuare comportamenti anomali, analizzare grandi volumi di log, e bloccare minacce prima che possano fare danni.

Come ha spiegato Clare Lansley, CIO del team, in occasione della RSA Conference 2024, la sicurezza è parte integrante della performance in pista. Non è più un reparto isolato, ma un pezzo della strategia di gara.

Anche la diversità conta

Interessante notare come questa cultura della sicurezza si stia intrecciando anche con un cambio di mentalità: più inclusivo, più consapevole. Figure come Jessica Hawkins e la giovane pilota Tina Hausmann, presenti al panel FIA x SentinelOne, dimostrano che proteggere il motorsport significa anche aprirlo. Inclusività e sicurezza camminano di pari passo, perché più teste diverse hai, con maggiore precisione potrai anticipare scenari complessi.

Come rafforzare la sicurezza nel motorsport

Se sei un team, un fornitore o anche solo un appassionato curioso, ecco alcune buone abitudini che non possono mai mancare:

  • Formazione anti-phishing per tutti, non solo per i tecnici.
  • Uso obbligatorio di VPN su ogni dispositivo fuori sede.
  • Segmentazione delle reti: non tutti devono avere accesso a tutto.
  • Aggiornamenti costanti dei software, firmware e sistemi di controllo.
  • Protezione degli IoT in auto: dai sensori ai sistemi di comunicazione interni.
  • Backup frequenti e testati: meglio una replica che un riscatto.

Conclusione

Il motorsport di oggi non è più solo meccanica, benzina e coraggio. È anche cybersecurity, dati e connessioni protette. Dalla FIA ai singoli team, tutti devono affrontare una nuova corsa: quella alla difesa digitale.

Perché quando tutto è connesso, ogni secondo è come una finestra aperta. E per vincere, oggi come ieri, non basta andare veloci. Bisogna anche farlo in sicurezza.

Emilio Annunziata

Published by
Emilio Annunziata