Non tutte le Ferrari erano inaccessibili. Un modello venne immesso sul mercato con il marchio Fiat, diventando un vero affare.
Nel 1969 Ferrari conclude un accordo con Fiat vendendo alla casa torinese buona parte del pacchetto azionario della Casa del Cavallino. Il primo accordo fra le due parti prevede la produzione di motori V6 a 65° destinati a vetture sia Ferrari, sia Fiat. Saranno le famose vetture Dino, chiamate con il nome del primogenito di Enzo Ferrari che, prima di morire prematuramente, aveva ideato e costruito quel tipo di motore.

Inoltre, nell’accordo del 1969 Fiat acquista il 50% del pacchetto azionario Ferrari e diritto di prelazione per prelevare il restante 40% alla morte di Enzo Ferrari, che avverrà nel 1988. Il 10% rimasto fuori resta a Piero, secondogenito di Enzo, cui spetterà la carica di vicepresidente. Con l’investimento Fiat prendono subito il via importanti iniziative in casa Ferrari, fra cui la costruzione della pista di Fiorano e l’espansione dello stabilimento di Maranello.
Il marchio creato per il figlio di Enzo Ferrari
E così, alla fine, il Drake riesce a incrociare il suo percorso con quello di Fiat. Questa fotografia della storia di Casa Ferrari in quegli anni ci è utile per parlare di un auto Ferrari-FIAT accessibile a molti, una joint venture all’italiana, la cui storia è legata alla Ferrari Dino 206 GT, nota anche come Ferrari Dino 206 GT, un’auto sportiva prodotta dal 1967 al 1969, di ben altra fattura e costi di commercializzazione. Si decise, tuttavia, di commercializzare la Dino 206 GT solamente con il brand Dino e non con quello del Cavallino, senza le scritte di casa Ferrari né sui motori né sui cofani, e senza la presenza del classico scudetto. Una Ferrari dei poveri senza lo stemma del Cavallino.

Sul modello della FIAT, come detto, l’impostazione era del tutto diversa dalla Dino originale. Il motore era anteriore, con trazione posteriore ed avantreno a ruote indipendenti, cambio manuale a cinque marce e freni a disco con servofreno su tutte le ruote. La potenza massima era di 160 cavalli. Un auto sicuramente performante per gli standard dell’epoca, di classe e con caratteristiche tecniche innovative ma non all’altezza di una Ferrari. Pochi se la ricordano, perchè il successo commerciale non fu particolarmente interessante, ma il nome rimase legato tristemente alla scomparsa del primogenito del Drake.