Quante volte ci siamo trovati difronte a una Ferrari guardandola con gli occhi di un bambino. In questo filmato anche voi tornerete sognatori.
Cosa rappresenta per voi una Ferrari? Un Cavallino impazzito da domare, un desiderio di un pioniere dall’immensa passione, il Made in Italy all’estrema potenza, ma soprattutto rumore, velocità e classe. Tutto questo prese il nome di F40. Come si possa creare un’auto del genere fu veramente difficile da comprendere per i concorrenti diretti che rimasero stupefatti dalla linea e dalle performance del bolide dei record.

La F40 era un manifesto di un’epoca d’oro dei motori termici. Possedere un gioiello del Cavallino Rampante rappresenta ancora ora un sogno per milioni di appassionati nel mondo, ma qualcosa è cambiato rispetto all’epoca del Drake. Le supercar erano vetture da pista nate, testate e concepite per manici veri. Possederne una era l’obiettivo di tutti i puristi. In pochissimi oggi riescono ad avere la possibilità di guidare una Rossa venduta in un listino sempre più proibitivo, mentre in passato non era difficile imbattersi in qualcuno che aveva sentito questo brivido lungo la schiena.
Un sogno chiamato F40
Per l’anniversario dei 40 anni e per morire con la pace nel cuore, Enzo Ferrari volle un’auto speciale. La F40 doveva diventare il punto di riferimento mondiale in termini di velocità di punta con tutte le caratteristiche tipiche delle precedenti Ferrari. Nonostante fosse estrema in ogni aspetto e ve ne accorgerete nel video in basso, occorreva conservare quel tocco di eleganza tipico dei gioielli più splendenti della Casa modenese.
Sotto al cofano non aveva un V12, ma un V8 2.936 cm³ sovralimentato con due turbocompressori IHI. Le caratteristiche erano le seguenti: distribuzione a doppio albero a camme in testa per bancata, quattro valvole per cilindro per un peso-potenza di 2,58 kg/CV. Da 0 a 100 km/h volava nel 1987 in appena 4,10 secondi. Lo 0 a 200 km/h era coperto in 11,30 secondi. La velocità massima era di 324 km/h. Un primato che è resistito sino al lancio anni dopo della Bugatti EB110.
La F40 aveva un peso piuma: 1.155 kg, grazie all’adozione di un telaio a traliccio tubolare in acciaio con vasca abitacolo con pannelli scatolati di rinforzo in materassino di kevlar. Quest’ultimo serviva per rinforzare la scocca, e la fibra di vetro per la carrozzeria portava la prima hypercar della storia a raggiungere un coefficiente aerodinamico di 0,34. La biposto aveva un passo di 2.450 mm, la carreggiata anteriore di 1.594 mm e quella posteriore di 1.606 mm. Un bolide che poi creò un trend che è arrivato sino all’hypercar F80. Godetevi ogni secondo del filmato pubblicato su FB dal profilo Justincarsblog.





