Oggi faremo un salto indietro nel tempo, raccontandovi la storia di una delle FIAT più esclusive di sempre. Ecco i suoi segreti.
Il mercato automotive italiano di oggi è in seria difficoltà, incapace di replicare i fasti del passato, a causa di una gestione di Stellantis quantomeno discutibile. La FIAT affida il proprio rilancio ad una nuova generazione di SUV, con la Grande Panda, svelata lo scorso anno, nel ruolo di capostipite. Presto verrà svelata la sua prima erede, la Pandissima, ed in seguito toccherà alla Panda Fastback, attesa per la metà del 2026. Al giorno d’oggi, tutte le auto sembrano omologate tra di loro, con motori e caratteristiche molto simili, mentre in passato, ogni veicolo aveva una sua peculiarità.

Purtroppo, è difficile pensare di tornare ai fasti di una volta, e non ci resta altro da fare se non ricordare ciò che è stato. Tra il 1969 ed il 1977, la FIAT si occupò della produzione della 130, con codice di progetto interno X1/3. La versione di lancio era una berlina, ma ne vennero poi sviluppate anche varianti coupé e familiari. Si occupò di rimpiazzare nella gamma la 2300, e ne vennero prodotti 15.093 esemplari per quanto riguarda la berlina e 4.491 per la coupé.
FIAT, tutto sulla splendida 130
L’assemblaggio della FIAT 130 avvenne nel sito di produzione di Rivalta, in Piemonte, ed il progetto fu affidato a Dante Giacosa, con stile curato da Gian Paolo Boano per il Centro Stile della casa di Torino e Paolo Martin di Pininfarina. Sul mercato, era la sfidante di modelli come la BMW 2800 e la Mercedes 280 S, obiettivi oggettivamente difficili da raggiungere.

Dando uno sguardo alla tecnica, la FIAT 130 era spinta da un motore 6 cilindri a V alimentato a benzina da 140 cavalli, con cilindrata di 2,8 litri, che in seguito fu aumentata a 3,2 litri. Il progetto si basò su un telaio contraddistinto dalla soluzione tecnica delle sospensioni a 4 ruote indipendenti, con il motore che venne progettato da Aurelio Lampredi, ex Ferrari arrivato in aiuto dei progettisti della casa di Torino.
La trazione era posteriore, mentre i 4 freni erano a disco, con il servofreno ed il cambio automatico a 3 rapporti a completare il quadro tecnico. Il cambio manuale a 5 marce veniva invece fornico come optional. Purtroppo, pur essendo estramamente avanzata sul fronte tecnologico, la 130 non riuscì ad impressionare il pubblico sul fronte del design, sin dal debutto che avvenne nel 1969 al Salone di Ginevra. Ed infatti, ne furono prodotti meno di 20.000 esemplari in otto anni.