La Lamborghini vanta una storia di grande successo, costituita da modelli che sono entrati a far parte dell’immaginario collettivo. Il capolavoro di cui vi parleremo oggi è probabilmente il meglio riuscito in assoluto.
In un momento molto difficile per il mercato delle quattro ruote, sono pochi i brand che possono dirsi soddisfatti dei risultati che stanno ottenendo attualmente. La Lamborghini è uno di questi, grazie agli oltre 10.500 veicoli venduti lo scorso anno, che hanno reso il 2024 l’anno migliore di sempre per la casa del Toro. La gamma odierna è del tutto costituita da modelli Plug-In Hybrid, a cominciare dalla Revuelto, che sprigiona 1.015 cavalli di potenza massima, grazie ad un V12 aspirato coadiuvato da tre motori elettrici.

In seguito, arrivo la Urus SE, versione ibrida ricaricabile del SUV della casa di Sant’Agata Bolognese, e l’ultima arrivata è stata la Temerario. Il presente ed il futuro sorridono alla Lamborghini, ma oggi noi vogliamo portarvi indietro nel tempo, agli albori di questo mitico brand, per parlarvi di una vera e propria dream car. Ci stiamo riferendo alla Bertone Athon, una barchetta a due posti che fu svelata nel 1980, al Salone di Torino. Pur essendo risalente a 45 anni fa ormai, questo modello è ancora avanti anni luce per le sue soluzioni tecniche.
Lamborghini, ecco la storia della Bertone Athon
Essendo una Concept Car, la Lamborghini Bertone Athon è una vettura che non è mai stata prodotta in serie, ma in solo un esemplare, con una lunghezza di 3.967 mm, una larghezza di 1.887 mm ed un’altezza di 1.070 mm, per un passo di 2.450 mm. Il peso è nell’ordine dei 1.350 kg. Ad occuparsi del suo design per Bertone fu Marc Deschamps, che le regalò una linea a dir poco eccezionale. In questo video, pubblicato sul canale YouTube “Carrozzieri Italiani“, possiamo ammirarne le forme, che sembrano essere quasi del tutto disegnate dal vento.
Andando nei dettagli, scopriamo che il prototipo è basato sulla Lamborghini Urico P300, con spunti stilistici davvero unici. Ad esempio, si nota come il parabrezza sia curvo ed inclinato, con passaruota squadrati e linee generali molto tese, per non dire spigolose, sulla carrozzeria. La Berton Athon ha subito raccolto il parere favorevole degli appassionati, e fu anche sperimentata una strumentazione digitale a bordo di questa vettura, per la prima volta in assoluto. Il suo nome si ispirava all’antico dio sole egiziano, ed è un peccato che non sia mai passata alla produzione in serie. Sarebbe stato un successo.
					




