La Lancia dimenticata: fece da laboratorio tecnico per il lancio della Delta S4

La Casa torinese ha creato dei capolavori in passato che hanno fatto impazzire i puristi. Scopriamo un modello di Lancia che conoscono in pochi.

Quanto sono stati magici gli anni ’80. La musica, i film e soprattutto i motori. L’Italia era il place to be e lo si è visto negli anni successivi con la creazione di vetture poi divenute iconiche. La Lancia ha lanciato sul mercato dei capolavori che poi hanno scritto pagine indelebili anche nei rally. Oggettivamente pochi marchi italiani potevano vantare il palmares della Lancia, ma poi è sopraggiunta la crisi e qualcosa è cambiato per sempre.

La Lancia dimenticata: fece da laboratorio tecnico per il lancio della Delta S4
Lancia – Allaguida.it

Vi basterà osservare il listino attuale con un solo modello che disperatamente sta cercando di piacere a una nuova fascia di clientela. La nuova Ypsilon pare aver alzato troppo l’asticella, difatti non ha fatto il botto di vendite. Le vetture storiche torinesi non erano utilitarie costose, ma avevano quell’aspetto robusto che tanto piaceva agli appassionati. Se vi diciamo Lancia Trevi probabilmente non vi si illumineranno gli occhi.

Venne realizzata tra il 1980 e il 1984 ed era la versione a tre volumi della gamma Beta. Il suo nome, “Trevi”, stava infatti per “Tre Volumi”, con il classico bagagliaio separato. La Beta conservò una grande fama nell’ambito sportivo per la sua vivacità. Svelata al Salone dell’Automobile di Torino nel maggio 1980, rispetto al modello a due volumi aveva delle modifiche, oltre al padiglione completamente diverso, la nuova inclinazione del lunotto e i gruppi ottici erano ridisegnati.

La storia della Lancia Trevi Bimotore

La classica berlina di segmento medio-alto a 4 porte e tre volumi ebbe una carriera molto breve, con appena 40.000 unità vendute. Lo stile era elegante e squadrato con linee bilanciate e il profilo alto. Il punto di forza era nel cofano. Aveva la meccanica della Beta con il motore bialbero da 1,6 litri (102 CV e 170 km/h) e 2,0 litri (115 CV e 180 km/h), con la differenza che il propulsore a due litri venne proposto anche con l’alimentazione a iniezione elettronica (122 CV e 180 km/h). Per tutte le versioni era possibile richiedere il cambio automatico a tre rapporti. Date una occhiata al video in basso al canale YouTube Stellantis Heritage.

Il propulsore bialbero della Casa torinese nella cubatura di 2 litri alimentato a carburatore, a cui era stato aggiunto un compressore volumetrico a lobi che ne aumentava la potenza a 100 kW (135 CV). La top speed arrivava a 190 km/h e soprattutto la coppia motrice a 205 N·m (21 kgm). La scelta di questo sistema di sovralimentazione fu importante per Lancia perché aprì la strada a nuovi modelli vincenti. La Trevi non aveva uno stile audace, ma si faceva apprezzato per la sua classicità. Gli interni in controtendenza avevano un design futuristico, composti da pulsanti rotondi, 29 in tutto, e audaci. La potenza di 135 CV ai tempi faceva sognare i giovani.

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