La profezia di Sergio Marchionne sull’Alfa Romeo: spunta tutta la verità e aveva ragione lui

L’ex manager del Gruppo FCA, Sergio Marchionne, denunciò una triste verità sulla Casa del Biscione. Ecco come stanno le cose.

Oggi, vogliamo ricordare un discorso in occasione del Festival dell’Economia di Trento, profondo e intenso, in seguito ad una intervista rilasciata da Sergio Marchionne, finito nel 2018, in merito al futuro della Alfa Romeo, partendo dalla cessione curata da Prodi nel 1986 della casa del Biscione: “Furono fatti una serie di errori a livello ingegneristico per lo sviluppo della piattaforma e dei motori, hanno snaturato il marchio, facendolo divenire un marchio più simile alla Fiat, hanno completamento ridisegnato il concetto dell’Alfa e quello che aveva rappresentato nelle corse e nel mercato“.

Marchionne sull'Alfa Romeo
Sergio Marchionne si espresse sull’Alfa Romeo (Ansa) Allaguida.it

Parole dure, sincere, vicine anche al sentire dei puristi, e proseguiva: “Facendo questo abbiamo perso il DNA dell’Alfa Romeo e anche durante il mio lavoro alla Fiat abbiamo fatto ben poco per far ritornare quelle radici del marchio“. Ma ecco che preannunciava la svolta: “L’impegno che abbiamo preso è quello di investire 5 miliardi fino al 2018 sviluppando modelli e motori solo per l’Alfa Romeo, al di fuori dalla tradizione storica della Fiat. Questo impegno lo confermo qui, come ho già detto a Detroit e lo sviluppo sarà basato tutto sul Made in Italy, macchine, motori e architetture saranno tutte prodotte in Italia e quando finiremo questo processo andremo ad occupare tutta la forza degli operai Fiat e non avremo eccedenze“.

Ma con toni positivi e con un fare ottimistico, parlò di un nuovo modello l’Alfa Giulia: un successo e aggiunse “Venerdì sono stato a vedere l’ultimo muletto che speriamo di poter mostrare l’anno prossimo e posso dire che siamo sulla direzione giusta, durante il terzo trimestre dell’anno prossimo vedremo i primi frutti di questa strategia. Ci stanno lavorando in segreto 660 persone. Avrà un grande impatto per l’industria italiana visto che l’Alfa Romeo tornerà ad essere completamente italiana ed è un’alternativa che si è resa possibile solo dopo l’acquisizione di Chrysler“.

Il grido d’allarme di Marchionne

Vennero comprati circa 2.400 concessionari, quindi un mondo completamente diverso per un marchio con un sentiment diverso rispetto ad oggi, e c’è stato un grandissimo lavoro a livello industriale per far ripartire l’Alfa Romeo. Un marchio storico, quello del Biscione, pronto a superare e a vincere BMW sul piano delle vendite.

La Giulia e la Stelvio convinsero tutti a livello estetico e meccanico, un po’ meno forse a livello elettronico, ma non raggiunsero mai le vendite dei bavaresi. Il resto è storia contemporanea, ma c’è un futuro ancora tutto da scrivere all’ insegna della tradizione italiana.

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