Dal Giappone arriva un modello eccezionale che mette in difficoltà anche la Smart.
Nel corso degli ultimi anni sono tantissimi i modelli di piccole dimensioni che sono apparsi sul mercato delle quattro ruote, con queste che sono diventate sempre più apprezzate. Sono diverse le motivazioni che hanno spinto gli italiani a virare su questi modelli, ma non vi è dubbio sul fatto che le varie limitazioni imposte dai Comuni abbiano fatto una grande parte per questa decisione.
Per tanti anni il simbolo di questa rivoluzione di auto piccole e anche abbastanza prestazionali in grado di girare e muoversi rapidamente nelle città l’ha avuta la Smart. Un marchio che ha conquistato soprattutto le metropoli, in particolar modo Roma.
Questo ha spinto anche tanti altri marchi a puntare su queste vetture e lo si vede anche con il piano che di recente ha voluto portare avanti la Suzuki. Un marchio che di recente si è messo in mostra con un progetto davvero molto particolare come quello legato alla Vision e-Sky.
Un po’ di meno di una citycar, ma un po’ di più rispetto a una minicar. In questo modo si potrebbe descrivere il concetto delle kei car, con queste vetture che stanno raccogliendo un grandissimo successo in Giappone, tanto è vero che sono state le grandi protagoniste dell’ultimo Japan Mobility Show 2025.
Lo ha dimostrato perfettamente anche la Suzuki, con la casa nipponica che ha dato vita alla Vision e-Sky. Siamo di fronte a un modello dalle dimensioni davvero molto contenute, tanto è vero che la sua lunghezza è di 340 cm, la larghezza è da 148 cm e l’altezza da 163 cm. Il motore che monta al proprio interno è a trazione anteriore ed è da 47 kW.
Niente male i dati legati all’autonomia, considerando infatti come abbia modo di percorrere con una sola ricarica un totale di ben 270 km. Numeri che la rendono così una soluzione eccellente per chi è alla ricerca di un’auto a basso costo e perfetta per la mobilità cittadina. Un modello che per ora si districa sul mercato asiatico, ma sembra che manchi sempre di meno per il suo approdo in Europa, il che potrebbe garantirgli uno sviluppo non di poco conto.